Non ha colore l’immigrazione,
non ha un’età e non ha sesso.
Viaggia su un treno con la valigia di cartone
Il suo profumo è acre, pungente,
e ha mani lunghe che affonda nella terra
lasciando solchi come quelli di un aratro
in un campo mai seminato.
Ha gli occhi gonfi l’immigrazione,
il ventre vuoto e la testa altrove.
Porta nel cuore disperazione
e nel corpo le cicatrici del volto di un bambino
lasciate dietro, lungo il cammino.
A volte prende la forma del mare e va nel fondo
ma poi risale nella culla di un’onda per farsi dondolare.
E si addormenta per dimenticare.
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