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lunedì 18 dicembre 2017

Il pungitopo


Il pungitopo (Ruscus aculeatus L.) è un basso arbusto sempreverde con tipiche bacche rosse impiegate come ornamento natalizio, appartenente alla famiglia delle Asparagaceae.

Il pungitopo, nome volgare di Ruscus aculeatus, è una pianta cespugliosa sempreverde alta dai 30 agli 80 cm, provvisto di cladodi, fusti trasformati che hanno assunto la funzione delle foglie, divenendo ovali, appiattiti e rigidi, con estremità pungenti. Poco sopra la base dei cladodi, in primavera, si schiudono i minuscoli fiori verdastri, e quindi i frutti, che maturano in inverno, e che sono vistose bacche scarlatte grosse come ciliegie.

mercoledì 15 marzo 2017

Erbe e proverbi


Si sa che i proverbi non hanno storia: infatti, non sarà mai possibile risalire all'origine di un proverbio, stabilire cioè chi fu a escogitarlo e chi, all'inizio, lo divulgò. Comunque il primo che disse: “Non si faccia mai di ogni erba un fascio”, volendo con questa battuta sentenziare che occorre sempre distinguere tra erbe buone e erbe cattive, tra uomini onesti e disonesti, non poteva essere che un uomo saggio e ricco di esperienza.

sabato 18 febbraio 2017

Primula L.


Primula L. è un genere di piante della famiglia delle Primulaceae, originario delle zone temperate di Europa, Asia e America.

Il nome deriva dal latino primus per indicare la precocità di fioritura che avviene subito dopo la scomparsa della neve, quando nei prati comincia a comparire l'erba.

mercoledì 1 febbraio 2017

Lavandula



Lavandula è un genere di piante appartenenti alla famiglia della Lamiaceae. Comprende circa 40 specie, tra cui quella che comunemente chiamiamo Lavanda e il cui nome deriva dal latino "lavare" che significa "che deve essere lavato". Questo perchè, nell'antichità, soprattutto nel Medioevo, la pianta di Lavanda veniva usata come detergente per il corpo.

sabato 7 gennaio 2017

Il cardo dei lanaioli o scardaccione


E' una pianta erbacea molto diffusa in tutto il mediterraneo, cresce abbondante e rigogliosa praticamente ovunque, lungo i fossi, a bordo strada, sulle macerie e negli incolti pietrosi ed argillosi e, raggiungendo un'altezza fino a due metri, è ben individuabile, anche per via delle robuste infiorescenze ovoidali, dette capolini;

domenica 30 ottobre 2016

Rosmarino



Il rosmarino (Rosmarinus officinalis) è un arbusto appartenente alla famiglia delle Lamiaceae.
Originario dell'Europa, Asia e Africa, è ora spontaneo nell'area mediterranea nelle zone litoranee, garighe, macchia mediterranea, dirupi sassosi e assolati dell'entroterra, dal livello del mare fino alla zona collinare, ma si è acclimatato anche nella zona dei laghi prealpini e nellaPianura Padana nei luoghi sassosi e collinari. È noto in Italia anche col nome volgare di Ramerino o Ramerrino; il nome del genere deriva dalle parole latine ros (rugiada) e maris (del mare).

Usi
Il rosmarino viene utilizzato:
Come pianta ornamentale nei giardini, per bordure, aiuole e macchie arbustive, o per la coltivazione in vaso su terrazzi
Le foglie, fresche o essiccate, e l'olio essenziale, come pianta medicinale.
Nell'industria cosmetica come shampoo per ravvivare il colore dei capelli o come astringente nelle lozioni; nelle pomate e linimenti per le proprietà toniche. In profumeria, l'olio essenziale ricavato dalle foglie, viene utilizzato per la preparazione di colonie, come l'Acqua d'Ungheria
Come insettifugo o deodorante ambientale nelle abitazioni, bruciando i rametti secchi
I fiori sono particolarmente melliferi
L'estratto di rosmarino è impiegato anche in campo alimentare. Viene usato come additivo dotato di proprietà antiossidante ed etichettato con la sigla E392. Se ne conoscono 5 tipi designato con acronimi:
- AR: estratto ottenuto da un estratto alcolico di rosmarino parzialmente aromatizzato;
- ARD: estratto ottenuto da un estratto alcolico di rosmarino aromatizzato;
- D74: estratto ottenuto da foglie secche di rosmarino per estrazione con anidride carbonica supercritica;
- F62: estratto ottenuto da foglie secche di rosmarino per estrazione con acetone;
- RES: estratto ottenuto da per estrazione con esano ed acetone e poi decolorato ed dearomatizzato.

Proprietà medicinali
I rametti e le foglie raccolti da maggio a luglio e fatti seccare all'ombra hanno proprietà aromatiche, stimolanti l'appetito e le funzioni digestive, stomachici, carminativi, utili nelle dispepsie atoniche e gastralgie, tonici e stimolanti per il sistema nervoso, il fegato e lacistifellea. Da alcuni autori viene inoltre consigliato per infezioni generiche come tosse o asma.
Per uso esterno il macerato di vino applicato localmente è antireumatico; mentre il macerato di alcool revulsivo, viene usato per frizioni anche del cuoio capelluto; possiede qualità analgesiche e quindi viene applicato per dolori reumatici, artriti.
L'infuso viene utilizzato per gargarismi, lavaggi e irrigazioni cicatrizzanti; o per cataplasmi antinevralgici e antireumatici; aggiunto all'acqua da bagno serve come corroborante, purificante e per tonificare la pelle
I fiori raccolti da maggio ad agosto, hanno proprietà simili alle foglie; in infuso per uso esterno sono vulnerari, stimolanti, curativi della leucorrea e per la lotta ai pidocchi pubici
Farmacologicamente, si prepara un'essenza e un'acqua contro l'alopecia o pomate per gli eczemi
Dalle foglie, in corrente di vapore, si estrae l'olio essenziale di rosmarino, per un 1% in peso, liquido incolore o giallognolo, contenente pinene, canfene, cineolo, eucaliptolo, canfora e borneolo. A seconda del chemotipo della pianta vengono ottenuti diversi oli essenziali:
un chemiotipo produce un olio ricco eucaliptolo, che stimola la secrezione delle ghiandole gastriche dell'apparato digerente e respiratorio,responsabile degli effetti sulla digestione e dell'attività mucolitica.
Un chemiotipo produce un olio ricco in canfora, un chetone che può essere invece utilizzabile come antireumatico per uso locale, ma responsabile di effetti tossici sul SNC, quando usato per via orale. Un chemiotipo, invece, produce olio ricco in borneoloe derivati, come previsto dalla farmacopea, meglio indicato nella patologia spastica delle vie biliari. ed infine uno in cui abbondano il borneolo ed i suoi derivati.
Nell'uso farmacologico comune l'olio viene usato come eupeptico, eccitante, antisettico sedativo, ed i suoi preparati contro gli stati depressivi, restituendo vigore intellettuale e fisico alle persone indebolite.

Controindicazioni
Ipersensibilità o allergie verso uno o più componenti. Gravidanza o allattamento (fitoterapici) poiché nell'animale riduce l'impianto dello zigote. Periodo pre-operatorio. L'olio essenziale a canfora è controindicato in persone che soffrono di epilessia. Causa infatti, specialmente in casi di sovradosaggio, irritazioni, convulsioni, vomito e principi di paralisi respiratorie.

Preparazione secondo i costumi popolari
Infuso: tonificante e corroborante per le dispepsie gastriche e anticolitico. 20gr per litro d'acqua calda, filtrare e bere molto caldo.
Posologia: 2-3 volte al giorno, fino a scomparsa dei sintomi.
Tintura madre: antispasmodica e digestiva.
Si ottiene macerando per 4-5 giorni 20gr di foglie in 100gr di alcool a 60°. Quindi occorre filtrare senza aggiungere altro.
Posologia: dalle 15 alle 30 gocce dopo i pasti fino a scomparsa dei sintomi.

lunedì 24 ottobre 2016

La camomilla


La camomilla (Matricaria chamomilla L.) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Asteraceae.

Di questa pianta vengono in genere raccolti i fiori, preferibilmente dopo aver perso i petali ma prima di essersi essiccati sulla pianta stessa. Una comune metodologia di raccolta consiste nel far passare fra le dita (o fra i denti di appositi pettinini) gli steli della pianta in maniera tale da raccogliere solamente i fiori, evitando una lunga fase di pulitura. I capolini si essiccano disponendoli in strati sottili all'ombra; si conservano poi in recipienti ermetici di vetro al riparo da fonti di luce e umidità.
Da questi fiori si producono infusi che notoriamente vengono utilizzati per i loro effetti blandamente sedativi. Oltre che alla somministrazione orale, è possibile ricorrere all'uso di preparati di camomilla anche per nebulizzazioni, linimenti anti-stress, impacchi, colliri e collutori (questi ultimi anche assieme alla malva).

Camomilla essiccata in mazzetti. Nella busta sono visibili i fiori caduti dai mazzetti che formano quasi una polverina, che possono anch'essi essere usati per infuso, filtrando o meno a seconda dei gusti
La camomilla è dotata di buone proprietà anti-infiammatorie, locali e interne, e costituisce un rimedio calmante tipico dei fenomeni nevralgici (sciatica, trigemino, lombaggine e torcicollo). Questo grazie a certi componenti dell'olio essenziale (alfa-bisabololo, guaiazulene, camazulene e farnesene), a una componente flavonoide (soprattutto apigenina,quercetina, apiina e luteolina) e ai lattoni matricina e des-acetil-matricarina. Il suo potere antiflogistico a parità di principio attivo (in peso) è stato comparato a quello del cortisone. Altri flavonoidi presenti (eupatuletina, quercimetrina) e le cumarine sono responsabili delle proprietà digestive e spasmolitiche. Queste combinazioni di principi attivi ne fanno un buon risolvente nella dismenorrea, nei crampi intestinali dei soggetti nervosi, negli spasmi muscolari e nei reumatismi. Le tisane ottenute con questa pianta inoltre provocano l'espulsione di gas intestinali in eccesso.
Nell'omeopatia, oltre alle indicazioni già elencate, la camomilla viene consigliata per i problemi associati alla dentizione, alla sindrome premestruale e a varie malattie infantili come otiti, coliche e a numerosi problemi comportamentali.
Sono infine note le proprietà nutrizionali della camomilla rispetto ai capelli e rispetto al cuoio capelluto; si utilizza anche per schiarire i capelli biondi che con il tempo tendono al castano: per questi scopi si deve preparare un infuso di fiori di camomilla, lasciarlo raffreddare, filtrarlo e poi utilizzarlo regolarmente dopo lo shampoo, per almeno una o due volte a settimana.


domenica 16 ottobre 2016

KARKADÈ


Il karkadè è un infuso preparato con i fiori di ibisco, una pianta originaria dell’Africa tropicale. Il suo habitat ideale lo trova nelle zone a clima caldo, non avendo essa bisogno di molta acqua e molte cure. Il fiore, molto bello, è di grandi dimensioni, ha la forma di un calice rosso e carnoso, l’hibiscus sabdariffa; il frutto ha la forma di una capsula. Dal fiore essiccato dell’ibisco si ottiene il karkadè, una bevanda molto diffusa, soprattutto nei paesi caldi, come l’Egitto, dove viene consumata sia calda che fredda, perché molto rinfrescante e dissetante. Questa bevanda ha un sapore lievemente acidulo, agrumato e l'inconfondibile colore rosso intenso. Il karkadè ha forti proprietà antisettiche, è ottimo per curare le infezioni delle vie urinarie, protegge la salute dei vasi sanguigni, depura l’organismo da scorie e tossine, stimola la funzione dei reni e facilita l’espulsione delle feci; inoltre, è un ottimo alleato contro l’ipertensione; ha anche ottime proprietà digestive. Il karkadè si prepara come un normale tè o tisana per infusione. Per ogni tazza d'acqua bollente, mettere in infusione una bustina di infuso o due cucchiaini di karkadè essiccato; lasciare riposare per cinque-dieci minuti; filtrare o togliere la bustina, versare il karkadè nella tazza e dolcificare a piacere. L'infuso di karkadè è buono sia caldo che freddo. Per gustare il karkadè come bevanda fredda lo si può lasciare raffreddare a temperatura ambiente e poi versarlo in una caraffa con dei cubetti di ghiaccio e, a piacere, si può aggiungere del succo di limone.


lunedì 25 luglio 2016

LA CURCUMA


La curcuma è detta anche “zafferano delle Indie” ed è una spezia che si ottiene dal rizoma (impropriamente chiamato radice) della Curcuma longa. I rizomi vengono bolliti ed essiccati al sole o in forno, poi vengono schiacciati e ridotti in una polvere giallo-arancio. Il suo componente attivo è la curcumina dal sapore terroso, amaro, piccante. La curcuma è ricca di elementi: contiene oli essenziali, come il turmerone, lo zingiberene e il curcumene; sostanze aromatiche, come la canfora; principi attivi, tra cui la curcumina, che le conferisce il caratteristico colore giallo, pigmento antiossidante; contiene la cellulosa, i sali minerali e una discreta quantità di amidi.
La curcuma viene utilizzata per le sue notevoli proprietà e principalmente: come rimedio in caso di disordini epatici, infatti le sostanze che compongono la curcuma sono in grado di stimolare la secrezione biliare e di favorire la digestione dei grassi; per facilitare l’espulsione di piccoli calcoli biliari; per calmare le coliche intestinali, grazie alla sua azione antispastica; come antinfiammatorio; per la sua potente azione antiossidante; nel trattamento dei disturbi digestivi, come calmante delle crisi dolorose causate da un'infiammazione dell'apparato digerente.

La curcuma trova innumerevoli utilizzi sia nell’ambito culinario che in quello terapeutico. Per utilizzare al meglio i principi attivi contenuti nella curcuma e quindi beneficiare delle incredibili proprietà di questa spezia, è bene utilizzarla a crudo, oppure aggiungerla alla vivande solo a fine cottura, in modo tale da evitare la dispersione di alcuni dei suoi principi nutritivi. A tale scopo, si può aggiungere nelle salse, nelle zuppe, nello yogurt, nel latte o fare delle tisane. 
Per preparare una tisana di curcuma: fare bollire 240 ml d’acqua e fare sciogliere 1 cucchiaino di curcuma in polvere. Alla tisana si può aggiungere limone, miele e zenzero per esaltarne le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie che ne fanno un ottimo rimedio naturale per combattere le malattie da raffreddamento e come coadiuvante nei disturbi dell’apparato digerente. Usata con giusto dosaggio, la curcuma è ben tollerata, ma se assunta sempre a dosi elevate, può causare un'irritazione delle mucose; le persone affette da ulcera gastrica devono quindi utilizzarla con cautela.


Liberamente tratto da un articolo della dr.ssa Maria Rita Insolera

lunedì 29 febbraio 2016

I fiori di camomilla


I fiori di camomilla essiccati sono il principale ingrediente per la creazione di infusi aventi attività antispasmodiche ed antisettiche, mentre l'olio essenziale viene utilizzato maggiormente nelle industrie farmaceutiche e cosmetiche, che sfruttano sopratutto le sue proprietà antinfiammatorie.

L'infuso di camomilla è particolarmente utile per la cura di tutti quei disturbi che hanno natura gastrointestinale, sopratutto grazie alla notevole e fondamentale presenza dei flavonoidi, che permettono lo svolgimento di un'attività spasmolitica.

L'infuso, però, non presenta tutte quelle peculiarità antinfiammatorie che, al contrario, sono proprie di tutti quei prodotti che si possono impiegare esternamente, dato che i principi attivi si conservano solamente all'interno dell'estratto alcolico.

Gli infusi di camomilla possono anche essere estremamente utili per combattere i raffreddamenti e i disturbi relativi al sonno, visto che questa pianta presenta notevoli proprietà distensive, calmanti e leggermente sonnifere.

Erbe e rimedi


Abbiamo tutti bisogno di erbe e rimedi diversi in casa nostra.. dei veri e propri arsenali a base di erbe. 

Non abbiamo bisogno di tutto ciò che sta in erboristeria, abbiamo solo bisogno di ciò che funziona per noi e, a volte, si tratta di cose semplici.

Anice issopo
Un tè calmante, con questa pianta medicinale, aiuta ad alleviare la congestione. Ma si puo’ anche usare per in un bagno.

Calendula
Un olio di calendula può servirci per fare unguenti, lozioni curative, e altro ancora. Ha molte proprietà lenitive e antibatteriche, che lo rende ideale per molte applicazioni. E possiamo tenere sempre un barattolo di petali essiccati a portata di mano, per il tè. Calendula & piantaggine in tè dovrebbe essere un trattamento per la permeabilità intestinale.

Dente di leone
Fiore di tarassaco infuso in olio d'oliva, è un ottimo trattamento per articolazioni artritiche da strofinare ogni volta che ci sentiamo un’infiammazione. 

La radice di Tarassaco aiuta il fegato e ci aiuta ad alleviare i cattivi effetti del mangiare troppo a quei buffet di festa.

Sambuco
Col sambuco possiamo fare uno sciroppo curativo, perché combatte freddo ed influenza. Nel momento in cui sentiamo i primi sintomi influenzali in arrivo, possiamo iniziare a prenderne un po’, finchè il nostro sistema immunitario si sarà ben rinforzato.

Lavanda
Questa incredibile erba profumata è da tenere sempre in giardino o sul balcone, sia per le sue proprietà che per usarla in cucina. Si puo’ usare per unguenti e burri per il corpo per aiutare a lenire e nutrire la pelle secca. Il suo olio essenziale, nei bagni rilassanti o per alleviare ad esempio il mal di pancia da mestruazioni, frizionandone qualche goccia sulla pancia.

Melissa
Questa erba è una delle mie preferite, semplicemente perché mi piace molto il sapore in tisana, accompagnata col miele. Ha un effetto calmante, proprio per questo è consigliabile bere il suo infuso di sera, per favorire il sonno.

Menta
Anche la menta possiamo tranquillamente tenerla sul nostro balcone o in casa. La possiamo usare nei nostri piatti ma anche per il mal di stomaco. Un tè verde alla menta, oltre che per lo stomaco, aiuta anche a rilassarsi.

Salvia
Possiamo tenere della salvia secca per usi culinari, perché rende i nostri piatti davvero gustosi. Inoltre un infuso di salvia dolcificato con del miele ci aiuta col mal di gola e la tosse.

Valeriana
Questa meravigliosa radice invece è l’alleata perfetta, insieme a melissa, tiglio e camomilla, per sonni tranquilli.


martedì 23 febbraio 2016

HERBAE SANITATIS: UN MONDO AMICO DA RISCOPRIRE



Ciascuna erba medicinale, nel proprio ciclo evolutivo, presenta caratteri e virtù differenti in base al clima, alla stagione e ad altri elementi della natura. Il succo vitale che nutre la gemma e la trasforma in fiore, ad esempio, segue un proprio processo biologico che è importante conoscere per operare con il metodo giusto e poter utilizzare la pianta al massimo delle sue proprietà terapeutiche. La raccolta delle erbe va fatta al mattino, prima che il sole sia troppo alto e la temperatura elevata, cose che disperdono le essenze volatili. Vanno colti gli esemplari migliori, perché quando sono ben sviluppati sono ricchi di umori e principi attivi. I semi e i frutti vanno raccolti quando hanno raggiunto la piena maturazione. In genere, le virtù della pianta sono nelle gemme inturgidite; le foglie e gli steli vanno raccolti durante il pieno sviluppo della pianta; le radici, i tuberi, i bulbi in autunno prima della caduta delle foglie, perché la pianta va a riposo e cessa la circolazione delle sostanze attive; la corteccia in primavera, quando riprende l’attività vegetativa. Nelle stagioni di maggior siccità, le essenze saranno più attive, perché meno diluite per scarsità di acqua. Sarà un accurato processo di conservazione a garantire, poi che non vadano perse le ricercate virtù terapeutiche. Il metodo dell’essiccazione servirà a liberare le erbe dell’umore acquoso e a non far disperdere i principi attivi, ma a trattenerli nel tessuto morto, bloccandone la trasformazione. I nemici del mantenimento di queste sostanze sono l’aria, il calore, l’umidità, la luce, perché facilitano la dispersione dei principi volatili e favoriscono i processi di fermentazione. È in questo mondo vasto che l’uomo scrutando tra gli infiniti segreti del regno della Natura, troverà e imparerà ad apprezzare quanto gli è necessario per la sua stessa vita, perché ogni cosa gli viene donata con estrema generosità.