lunedì 29 febbraio 2016

Di tutto un po' #292


Tieni stretto ciò che è buono,
anche se è un pugno di terra.
Tieni stretto ciò in cui credi,
anche se è un albero solitario.
Tieni stretto ciò che devi fare,
anche se è molto lontano da qui.
Tieni stretta la vita,
anche se è più facile lasciarsi andare.
Tieni stretta la mia mano,
anche quando mi sono allontanato da te.

Poesia Indiana

opera d’arte di Brita Seifert

Di tutto un po' #291


Io pensavo che il cuore avesse dimenticato
il facile talento del soffrire
e mi dicevo che ciò che è stato
no, non accadrà più.
Passò l’estasi passò il dolore
passarono i sogni belli da credere
ma ecco ancora mi sorprendono i brividi
alla forza scardinante della bellezza. 

Aleksandr Puškin 

opera d’arte di Patrick Kramer

Di tutto un po' #290



Chi non ha mai voluto morire
non sa che cosa è vivere
non sa che vivere è aprire una finestra
da dove usciranno stormi di uccelli
e ippocampi fosforescenti
meduse translucide
raggiate
stelle di mare… Ah,
vivere è uscire all’improvviso
dal fondo del mare
e volare…
e volare…
sempre più in alto
come dopo esser morti ! 

Mário Quintana 

opera d’arte di Peter Motz


Di tutto un po' #289


La vita io l'ho castigata vivendola.
Fin dove il cuore mi resse
arditamente mi spinsi.
Ora la mia giornata non è più
che uno sterile avvicendarsi
di rovinose abitudini
e vorrei evadere dal nero cerchio.
Quando all'alba mi riduco,
un estro mi piglia, una smania
di non dormire.
E sogno partenze assurde,
liberazioni impossibili.
Oimè. Tutto il mio chiuso
e cocente rimorso
altro sfogo non ha
fuor che il sonno, se viene.
Invano, invano lotto
per possedere i giorni
che mi travolgono rumorosi.
Io annego nel tempo. 

Vincenzo Cardarelli 

opera d’arte di Giovanni Auriemma

Di tutto un po' #288




Sinossi:

In odiosa OTTO,

set di sei o otto o dodici anni dopo la guerra civile, una diligenza precipita attraverso il paesaggio invernale Wyoming. I passeggeri, cacciatore di taglie John Ruth (Russell) e il suo fuggitivo Daisy Domergue (Leigh), corsa verso la città di Red Rock, dove Ruth, conosciuto da queste parti come "The Hangman", porterà Domergue alla giustizia. Lungo la strada, incontrano due stranieri: Maggiore Marquis Warren (Jackson), un nero ex soldato unione trasformato famigerato cacciatore di taglie, e Chris Mannix (Goggins), un rinnegato meridionale che sostiene di essere nuovo sceriffo della città. Perdere il loro vantaggio sul Blizzard, Ruth, Domergue, Warren e Mannix cercano rifugio in Merceria di Minnie, una sosta diligenza su un passo di montagna. Quando arrivano a Minnie, sono accolti non dal titolare, ma da quattro facce sconosciute. Bob (Bichir), che sta prendendo cura di Minnie, mentre lei è in visita a sua madre, è rintanato con Oswaldo Mobray (Roth), il boia di Red Rock, cow-puncher Joe Gage (Madsen), e il generale confederato Sanford Smithers (Dern). Mentre la tempesta supera la tappa di montagna, i nostri otto viaggiatori vengono ad imparare che non possono rendere al Red Rock, dopo tutto ...

L'incantevole borgo di Dolceacqua in Liguria!


L'incantevole borgo di Dolceacqua in Liguria!
Lo sapevate? Claude Monet, stregato dalla sua bellezza, gli dedicò quattro tele!

Di certo c'è che la zona fu popolata in principio dai castellari dell'Età del Ferro, con primitive e rozze fortificazioni a difesa dei pascoli e dei villaggi, abitati dai popoli Intemeli dal V a.C. al IV d.C.

Occore aspettare i Ventimiglia, potentissima famiglia nobiliare, per avere il primo documento in cui viene citato Dolceacqua; siamo nel 1151, ed i Conti di Ventimiglia fecero costruire il loro castello sullo sperone roccioso per controllare gli accessi, posizionandosi strategicamente tra la val Roia da una parte e la Val Nervia dall'altra.

Seguì l'ampliamento della zona abitata ai piedi del castello, dopo che lo stesso fu acquistato da Oberto Doria, capitano del popolo genovese; prese il nome di "Terra", o Tèra in dialetto, sviluppandosi attorno alla rocca con dei gironi concentrici verso la valle collegati fra loro da rampe, con l'acqua del Nervia che alimentò le fontane ed i sistemi di irrigazioni degli orti.

Lo sviluppo dell'abitato urbano ebbe un'impennata nel Quattrocento, quando via Castello diventa l'asse viario principale e sorge il nuovo quartiere del Borgo, dall'altra parte del torrente Nervia, e collegato al quartiere Terra attraverso unponte a schiena d'asino.

Fu attorno al Castello di Dolceacqua che si sviluppò l'intero paese: in età rinascimentale divenne una grande residenza signorile fortificata, resistendo a numerosi tentativi di assedi, ma arrendendosi nel 1744, il 27 Luglio, con l'attacco delle forze franco ispaniche durante la guerra di successione austriaca, e subendo infine gli ultimi oltraggi in seguito al terremoto del 1887.


La storia di Dolceacqua: le origini del nome di un paese d'incanto

La prima domanda posta da coloro che visitano il paese di Dolceacqua, riguarda proprio l'origine e le ragioni di un nome tanto originale. In effetti le origini della denominazione Dolceacqua sono ancora, per certi versi, avvolte nel mistero, nel senso che esistono varie correnti di pensiero.

Il significato popolare pare derivi dal latino, precisamente da "Villa Dulciaca": si trattava di un fondo rustico risalente all'epoca romana, risultato della trasformazione del nome personale "Dulcius" in Dusàiga, versione dialettale, fino ad arrivare a Dulcisacqua, denominazione che ritroviamo nei documenti del XIV secolo.

Di fianco all'origine romana, esiste una corrente di pensiero che fa risalire il nome aiCelti, che avrebbero chiamato questo paese "Dussaga", trasformato poi nel tempo nel dialettale Dulsàga per finire con Dolceacqua.

L’ARANCIO DELLA CALENDULA


La calendula è una pianta che cresce spontanea in tutta l’area mediterranea, dove fu importata dal Nord Africa e dall’Asia mediorientale. Secondo alcuni, il nome “calendula” deriva dal termine latino “calendae” che significa “primo giorno del mese”, legato allo scorrere del tempo: infatti, i semi della calendula somigliano ai quarti di luna. Secondo un’altra teoria, il termine calendula deriva dalla parola greca “kálathos”, ossia “coppa” o “cesta”, riferendosi alla forma del fiore. I fiori della calendula sono molto simili alle margherite, ma di dimensioni più grandi, con petali di colore giallo-arancio e il centro color porpora. La calendula è un fiore ricco di storia e simbologia. Molti antichi scrittori, però, la scambiavano con il crisantemo, chiamandola “pianta dai fiori d’oro”. Sia per i greci che per i latini, il fatto che i fiori si aprissero al mattino e si richiudessero al tramonto, era considerato come un segno di sottomissione e di dolore per la scomparsa del sole. Su questa credenza, la calendula è stata associata, nel corso dei secoli, ai sentimenti di dolore, noia e pena. Anche nella mitologia greca vi è l’associazione della calendula al sentimento del dolore, e così la leggenda narra che essa nacque dalle lacrime della dea Afrodite, disperata per la morte del suo amante, Adone che era stato trafitto da un cinghiale mandatogli contro da Ares, suo gelosissimo marito. Anche in America la calendula è stata considerata un simbolo di dolore. In particolare per i messicani è il fiore della morte: una leggenda narra che le calendule, portate dai conquistatori, si siano sviluppate e diffuse nel territorio messicano a causa del sangue versato dagli indigeni, vittime della corsa alla conquista dell’oro da parte dei bianchi. Per gli inglesi, la calendula rappresenta il sentimento della gelosia: come le zitelle che, non essendo mai state amate da nessuno, alla loro morte si trasformano in calendule gialle dalla rabbia. La calendula era nota agli antichi per le sue proprietà terapeutiche, i suoi estratti venivano adoperati come emollienti e per lenire i fastidi di infiammazioni e irritazioni. Nel Medioevo, se ne scoprì anche l’uso decorativo, in quanto una volta essiccata, è un fiore che non subisce nessuna perdita di colore, ma rimane giallo intenso per molti anni.
Nel linguaggio dei fiori, nonostante la bellezza della sua corolla, la calendula simboleggia il dispiacere, il dolore, le pene d’amore e la gelosia.


Di tutto un po' #287



Le belle persone restano sempre belle, anche se passano gli anni. Anche se sono senza trucco. Se sono stanche, se hanno le rughe. Perché la bellezza che è dentro di noi non invecchia mai. Diventa con gli anni più fragile e preziosa. Le belle persone non smettono mai di brillare...
-- Agostino Degas

Di tutto un po' #286



Ho imparato che le lacrime aiutano a crescere. 
Che i ricordi non si dissolvono mai. 
Che i vuoti non sempre possono essere colmati. 
Che le grandi cose si vedono dalle piccole cose. 
Che non si finisce mai di imparare...
-- Fabio Volo


Di tutto un po' #285


Non sarei sincero se dicessi di avere
certezze e verità.
Ho la mente piena di dubbi
e di domande che attendono una risposta,
di sogni da realizzare e di speranze.
Ma cerco di amare la vita come meglio mi riesce,
accettandone anche le difficoltà, le rinunce e persino i dolori.
Accolgo fiducioso ogni nuova giornata
e la vivo cercando di apprendere,
di amare e di meravigliarmi.
E tutte le volte che la vita riesce a stupirmi,
le sorrido con la stessa gioia
di un fanciullo che ha finalmente ricevuto
il regalo che aspettava da tanto tempo...
-- Agostino Degas

Il tempo...


C'è un tempo per partire e uno per tornare. C'è un tempo per sbagliare, uno per rimediare. C'è un tempo per tergiversare, e uno per decidere. C'è il tempo passato, il tempo che verrà, il tempo perso. E poi c'è il tempo più importante: Il tempo di ora. Vivilo, perché il tempo non aspetta tempo, e la vita passa, senza aspettare i tuoi tempi...
-- Giorgia Stella

Di tutto un po' #284

Il mio rispetto per chi merita,
il mio sorriso per chi mi accompagna nella quotidianità,
la mia amicizia per chi si fida di me,
il mio cuore per chi mi ama,
e la mia vita per chi non lascerà mai le mie mani...
-- L.Ferrè

Di tutto un po' #283


Gioia di vivere, autostima, serenità e amore fanno miracoli. Contribuiscono a migliorare la qualità della nostra vita e a prevenire le malattie. Le persone che hanno una vita serena non conoscono l’invidia e la cattiveria e stanno ben lontane dalle persone che le esprimono. Hanno un unico sogno: vivere in un mondo di persone serene. Che si rispettano a vicenda... 
-- Agostino Degas

Avete mai sentito parlare di Favignana, Levanzo e Marettimo?


La Sicilia chiama, preparatevi per un viaggio straordinario!
Avete mai sentito parlare di Favignana, Levanzo e Marettimo?

Un arcipelago ancora molto selvaggio al largo della Sicilia, famoso per le piccole cale, per le numerose grotte e per i relitti da scoprire immergendosi.- 

A pochi chilometri dalla costa occidentale della Sicili asi trovano le isole Egadi, un arcipelago formato da tre grandi isole principali,Favignana, Marettimo eLevanzo e da altre quattro più piccole, Formica,Maraone, Stagnone eGaleotta, oltre ad alcune microscopiche che sono poco più che degli scogli. L’arcipelago forma una riserva naturale marina. Potete dunque solo immaginare quanto possa essere bello, naturale e incontaminato. Le isole sono incastonate inacque cristalline caratterizzate da colori unici e mozzafiato. Sono una meta ideale per coloro che desiderino trascorrere unavacanza rilassante, lasciandosi cullare dal mare e dal lento e tranquillo ritmo della vita isolana. 

Favignana
E’ la più grande delle isole Egadi ed è ricoperta da macchia mediterranea. Le costruzioni sono perlopiù bianche con gli infissi dei colori del mare. Quasi tutte le cale e le insenature sono raggiungibili in auto, bici o scooter. La sua costa è poco frastagliata regalando bellissime spiagge sabbiose o diciottoli e scogli dalle forme più svariate. Tra le più rinomate c’èCala rossa, che si trova all’interno delle cave di tufo. Il mare qui è cristallino ed è incorniciato da scogli di varie forme e dimensioni. Fra le insenature create dagli scogli prende vita anche una piccola spiaggia che si è formata recentemente.
Delle spiagge sabbiose, le più grandi sono Cala azzurra, famosa per le sue splendide acque trasparenti e per i fondali stranamente rosa, e Lido burrone, una delle poche spiagge attrezzate. A due passi dal centro del paese, e quindi molto comoda da raggiungere, c’è la Praia. Luoghi appartati e tranquilli dove fare il bagno sono le calette di scogli e sabbia nella zona di Punta Faraglioni. Per gli amanti dei tuffi imperdibili sono Punta fanfalo, Scalo Cavallo, Grotta perciata, Bue marino. Per gli appassionati di immersioni, l’isola offre splendide location nelle quali immergersi. Tra queste, Galeotta, un isolotto dove è facile incontrare branchi di polipi e murene, eCala rotonda, all’interno di una grotta. 

Marettimo
E’ la più selvaggia e incontaminata delle Egadi ed è frequentata dagli amanti del trekking. La costa è molto frastagliata regalando luoghi nascosti e paradisiaci, tra cuitantissime grotte. Legrotte marine sono il suo fiore all’occhiello, veri e propri capolavori creati dalla natura che le ha scolpite per secoli, come la Grotta del tuono o la Grotta del presepe, famosa per le stalattiti e stalagmiti, e la Grotta del cammello. Tra le spiagge più belle vale la pena vedere Cala bianca e la stupenda spiaggia di sassi alle pendici del promontorio di Punta Troia. Anche Marettimo offre splendide esperienze per i sub, come l’immersione fuori dalla costa dove si trova il relitto di un mercantile. 

Levanzo
E’ la più piccola delle Egadi. L’isola è famosa soprattutto per le grotte, molte delle quali di interesse storico e archeologico; prima fra tutte la famosa Grotta del genovese. Non mancano comunque le spiagge, appartate spiaggette di sassi e sabbia lungo il sentiero che porta al Faraglione. Nella zona Sud-Est si trovano due belle cale: Cala fredda, fatta di sassi e la più selvaggia Cala minnola. Per gli appassionati di immersioni, Levanzo offre un itinerario archeologico-subacqueo molto allettante: tra Cala minnola e Punta altarella si trovano i resti di un relitto romano, una cinquantina di anfore e frammenti di vasellame di ceramica risalenti al I secolo a.C. 

Come raggiungere le Egadi: Le tre isole principali sono raggiungibili via traghetto da Trapanie da Marsala (quest’ultima non è collegata con Levanzo) e tra loro sono collegate con l’aliscafo. Favignana è raggiungibile anche da Ustica. 

Dove dormire: Favignana è l’unica delle Egadi a offrire numerose strutture ricettive, tra cui hotel, anche a 4 stelle, residence, bed & breakfast e case vacanza. Ma si trovano residence e b&b anche a Marettimo, hotel e agriturismi a Levanzo.

Pietro Ubaldi


29 febbraio 1972 moriva Pietro Ubaldi (Foligno, 18 agosto 1886 – São Vicente, 29 febbraio 1972) è stato un filosofo, scrittore, e insegnante italiano.

«Nel silenzio della notte sacra, ascoltami. Lascia ogni sapere, i ricordi, te stesso; tutto dimentica, abbandonati alla mia voce, nel silenzio più completo dello spazio e del tempo. In questo vuoto odi la mia voce che dice: sorgi e parla, sono io!Esulta della mia presenza: essa è un gran premio che hai duramente meritato; è quel segno che tanto hai invocato di quel più grande mondo nel quale io vivo e in cui tu hai creduto. Non domandare il mio nome, non cercare di individuarmi. Non potresti, nessuno potrebbe. Non tentare inutili ipotesi. Tu mi conosci lo stesso!»
Pietro Ubaldi

Gli ultimi torselli.


Con la fine di Febbraio restava solo il mese di Marzo, alle donne contadine, per lavorare al telaio....

....bisognava fare in fretta, tessere più che si poteva, perchè poi la campagna avrebbe avuto bisogno anche di loro....

In Aprile il telaio veniva smontato e riposto nel "camerone" o nel solaio, ad aspettare il prossimo inverno.

I fiori di camomilla


I fiori di camomilla essiccati sono il principale ingrediente per la creazione di infusi aventi attività antispasmodiche ed antisettiche, mentre l'olio essenziale viene utilizzato maggiormente nelle industrie farmaceutiche e cosmetiche, che sfruttano sopratutto le sue proprietà antinfiammatorie.

L'infuso di camomilla è particolarmente utile per la cura di tutti quei disturbi che hanno natura gastrointestinale, sopratutto grazie alla notevole e fondamentale presenza dei flavonoidi, che permettono lo svolgimento di un'attività spasmolitica.

L'infuso, però, non presenta tutte quelle peculiarità antinfiammatorie che, al contrario, sono proprie di tutti quei prodotti che si possono impiegare esternamente, dato che i principi attivi si conservano solamente all'interno dell'estratto alcolico.

Gli infusi di camomilla possono anche essere estremamente utili per combattere i raffreddamenti e i disturbi relativi al sonno, visto che questa pianta presenta notevoli proprietà distensive, calmanti e leggermente sonnifere.

Erbe e rimedi


Abbiamo tutti bisogno di erbe e rimedi diversi in casa nostra.. dei veri e propri arsenali a base di erbe. 

Non abbiamo bisogno di tutto ciò che sta in erboristeria, abbiamo solo bisogno di ciò che funziona per noi e, a volte, si tratta di cose semplici.

Anice issopo
Un tè calmante, con questa pianta medicinale, aiuta ad alleviare la congestione. Ma si puo’ anche usare per in un bagno.

Calendula
Un olio di calendula può servirci per fare unguenti, lozioni curative, e altro ancora. Ha molte proprietà lenitive e antibatteriche, che lo rende ideale per molte applicazioni. E possiamo tenere sempre un barattolo di petali essiccati a portata di mano, per il tè. Calendula & piantaggine in tè dovrebbe essere un trattamento per la permeabilità intestinale.

Dente di leone
Fiore di tarassaco infuso in olio d'oliva, è un ottimo trattamento per articolazioni artritiche da strofinare ogni volta che ci sentiamo un’infiammazione. 

La radice di Tarassaco aiuta il fegato e ci aiuta ad alleviare i cattivi effetti del mangiare troppo a quei buffet di festa.

Sambuco
Col sambuco possiamo fare uno sciroppo curativo, perché combatte freddo ed influenza. Nel momento in cui sentiamo i primi sintomi influenzali in arrivo, possiamo iniziare a prenderne un po’, finchè il nostro sistema immunitario si sarà ben rinforzato.

Lavanda
Questa incredibile erba profumata è da tenere sempre in giardino o sul balcone, sia per le sue proprietà che per usarla in cucina. Si puo’ usare per unguenti e burri per il corpo per aiutare a lenire e nutrire la pelle secca. Il suo olio essenziale, nei bagni rilassanti o per alleviare ad esempio il mal di pancia da mestruazioni, frizionandone qualche goccia sulla pancia.

Melissa
Questa erba è una delle mie preferite, semplicemente perché mi piace molto il sapore in tisana, accompagnata col miele. Ha un effetto calmante, proprio per questo è consigliabile bere il suo infuso di sera, per favorire il sonno.

Menta
Anche la menta possiamo tranquillamente tenerla sul nostro balcone o in casa. La possiamo usare nei nostri piatti ma anche per il mal di stomaco. Un tè verde alla menta, oltre che per lo stomaco, aiuta anche a rilassarsi.

Salvia
Possiamo tenere della salvia secca per usi culinari, perché rende i nostri piatti davvero gustosi. Inoltre un infuso di salvia dolcificato con del miele ci aiuta col mal di gola e la tosse.

Valeriana
Questa meravigliosa radice invece è l’alleata perfetta, insieme a melissa, tiglio e camomilla, per sonni tranquilli.


Muzsikàs, un gruppo storico del folklore ungherese.




Foto: fiori di Hungarian Folk Art, e alcune foto di un villaggio chiamato Hollókő (Raven-pietra).

Hollókő è un villaggio etnografico Palóc in Ungheria, parte del Patrimonio Mondiale. E 'situato in una pittoresca collinare circostante, in una valle
di Cserhát Monti. Il castello di Hollókő è stato costruito nel 13 ° secolo. Questo castello sulla sommità della collina vicina determinato la vita degli abitanti per lungo tempo. La famiglia Kacsics costruita la torre pentagonale al centro del XIII c. che è stato continuamente ricostruito e ampliato. Oggi una legenda è collegato al nome della famiglia Kacsics. Apparentemente un membro della famiglia, Andras (Andrea) rapito la figlia del nobile prossimo e aveva la sua chiusa in una stanza del castello. La tata della ragazza che era una strega chiamata per i mali per aiutare. Si sono trasformati in corvi e portarono le pietre del castello di distanza. È qui che il nome di Holloko (Ravenstone) potrebbe derivare da. Il panorama del Cserhat è mozzafiato dal ben rinnovata castello.

domenica 28 febbraio 2016

Anno bisesto: storia di un’anomalia che ritorna ogni quattro anni di Paolo Conti


Partiamo dai detti popolari, in netta contraddizione tra loro: «Anno bisesto/anno funesto» accanto a «Anno bisesto, né baco, né moglie, né innesto» assolutamente opposti, in quanto a spirito e a rapporto col destino, a «Anno bisestile/ riempie il sacco e il barile». Ancora: secondo una tradizione che ha origine nel V secolo, in Irlanda le donne possono dichiararsi agli uomini solo il 29 febbraio. Il 2016 è dotato, appunto, di un 29 febbraio, quindi siamo nel fulcro di un anno bisestile, di un’anomalia che si conteggia ogni quattro anni.

Sosigene e il nuovo calendario
Tutto nasce nel 46 a. C. (il 708 dalla fondazione di Roma) quando Giulio Cesare, nella sua qualità di Pontefice Massimo, seguendo le spiegazioni scientifiche di Sosigene, astronomo alessandrino, introdusse il nuovo calendario, che dal suo nome di condottiero romano venne detto «giuliano», anno composto di 365 giorni e, ogni quattro anni, un anno di 366 giorni. La necessità è tecnica: occorre recuperare le ore di scarto rispetto all’anno solare, che dura 365 giorni e 6 ore. L’aggiunta di un giorno agli anni bisestili serve proprio per riallineare il calendario – chiamiamolo così — «umano» con l’anno solare.

Altre curiosità storiche
Secondo l’attuale calendario gregoriano, dopo la nascita di Cristo sono bisestili gli anni il cui numero è divisibile per 4. Attenzione però: non solo bisestili quelli divisibili per cento (1800, 1900), a meno che non siano divisibili per quattrocento (ovvero il 2000 è stato bisestile). Prima non esisteva una regola fissa, la norma era regolata da decisioni politiche. Fu Ottaviano Augusto, nell’8 d. C. a imporre la decisione delle annualità bisestili, riordinando la situazione. Il primo anno bisestile fu proprio il 45 a.C. E quell’inizio fu di complicatissima gestione perché, per far coincidere di nuovo l’equinozio primaverile col 25 marzo dopo i tanti errori accumulati nel passato, era necessario allungare l’anno di 85 giorni. E così furono inventati due nuovi mesi fra novembre e dicembre all’anno precedente, uno di 33 giorni e l’altro di 34. Infatti il 46 a.C. durò ben 445 giorni, e venne chiamato giustamente «annus confusionis» (cioè «l’anno della confusione»)

Cosa significa la parola «bisestile»?
Bisogna tornare sempre lì, a Roma e alla riforma varata da Giulio Cesare. Il termine deriva dal latino «bisextus», «due volte sesto», L’uso romano prevedeva il conteggio per due volte, negli anni bisestili, del sesto giorno che precedeva le calende di marzo, cioè il 24 febbraio. «Doppio giorno sesto», quindi «bisesto». In età più tarda, quando si incominciò a contare i giorni del mese partendo dal primo, il giorno «bis sexto» di febbraio divenne il 29. E da allora quello è rimasto.

L’anomalia genera personaggi straordinari.
Coloro che sono nati il 29 febbraio e hanno il loro vero compleanno solo ogni quattro anni. Appartengono a questa schiera papa Paolo III Farnese (nato in quel giorno nel 1468), Gioacchino Rossini (1792), il grande pittore Balthus (1904), l’attuale patriarca greco-ortodosso di Costantinopoli Bartolomeo II (1940), il cantante algerino Khaled (1960), il rapper Ja Rule (1976). Tutti protagonisti nel loro campo, accomunati da quella stranezza anagrafica.

Superstizione e previsioni catastrofiche
Naturalmente gli anni bisestili sono ottime calamite per la superstizione e per le previsioni catastrofiste. Molti ricorderanno che nel precedente anno bisestile alcuni pseudo-astrologi parlarono a lungo di una pseudo profezia Maya in base alla quale il 21 dicembre di quell’anno prossimo sarebbe accaduto un evento radicale di proporzioni planetarie. Alcuni sostennero la tesi, diciamo, «definitiva» della fine del mondo. Altri di una profonda trasformazione spirituale dell’umanità, altri ancora evocarono scenari apocalittici, proponendo paralleli con la scomparsa della mitica Atlantide. Il 2012, questa era l’unica verità, era collegato alla conclusione di uno dei cicli (b’ak’tun) del calendario maya. Naturalmente non è accaduto alcunché, infatti siamo qui a parlare di questo nuovo anno bisestile 2016, quattro anni dopo. Tutti sani e salvi.

Materia poetica
Infine, c’è una bella traccia letteraria. Il grande poeta brasiliano Pedro Nava, scomparso nel 1984, collocò al centro del suo «Poema Bissexto» l’angoscia di chi è nato il 29 febbraio ed è in attesa di un «non compleanno» che non arriva mai. Una metafora delle attese di riforma del suo Paese. E, insieme, il racconto di chi si sente «nato» ogni quattro anni. Ma Pedro Nava era nato il 5 giugno 1903, un giorno banale, qualsiasi. La sua fu un’invenzione d’artista. Perché subì il fascino di quell’anomalia, il 29 febbraio, facendone materia poetica.

Anno bisestile





L'anno bisestile è un anno solare in cui avviene la periodica intercalazione di un giorno aggiuntivo nell'anno stesso, un accorgimento utilizzato in quasi tutti i calendari solari (quali quelli giuliano e gregoriano) per evitare lo slittamento delle stagioni: ogni 4 anni accumulerebbero un giorno in più di ritardo. Per correggere questo slittamento, agli anni "normali" di 365 giorni (ogni 4 anni) si intercalano gli anni "bisestili" di 366: il giorno in più viene inserito nel mese di febbraio, che negli anni bisestili conta 29 giorni anziché 28. In questo modo si può ottenere una durata media dell'anno pari a un numero non intero di giorni.
Nella tradizione popolare l'anno bisestile sarebbe foriero di sventure, secondo il detto anno bisesto, anno funesto.

QUARESIMA: UNA STORIA PER PENSARE




Una storia narra di un vecchio saggio e timorato di Dio che, una sera, dopo una giornata passata a consultare i libri delle antiche profezie, decise di uscire a fare una passeggiata distensiva. Mentre camminava lentamente per la strada isolata, incontrò un guardiano che camminava avanti e indietro, con passi lunghi e decisi, davanti alla cancellata di un ricco podere. “Per chi cammini tu?”, chiese il vecchio saggio incuriosito. Il guardiano disse il nome del suo padrone. Poi, subito dopo, chiese al saggio: “E tu, per chi cammini?”. Questa domanda conclude la storia, si conficcò nel cuore del vecchio saggio.

E tu, per chi cammini? Per chi sono tutti i passi e gli affanni di questa giornata? Per chi vivi?


Eleonora de' Medici


28 febbraio 1567 nasceva Eleonora de' Medici (Firenze, 28 febbraio 1567 – Cavriana, 9 settembre 1611) era la primogenita di Francesco I de' Medici e Giovanna d'Austria.

Venne maritata al suo primo cugino Vincenzo Gonzaga (per lui erano le seconde nozze dopo l'annullamento del primo matrimonio con Margherita Farnese) il 29 aprile 1584, diventando principessa di Mantova. Quando nel 1587 il marito divenne duca, fu a sua volta duchessa di Mantova. Morì nel 1611 nel castello di Cavriana, dove fu condotta per la mitezza del clima, a causa di un colpo apoplettico al viso. Venne tumulata nella cripta della basilica di Sant’Andrea a Mantova.


28 febbraio: Spagna - Giorno dell'Andalusia.

Nella foto - Cattedrale di Siviglia e Torre della Giralda

Oh mura eccelse, oh torri incoronate 
di onore, di maestà, di gagliardia! 
Oh grande fiume, re di Andalusia 
dalle sabbie nobili quando non dorate!
Oh fertile pianura, montagne elevate 
che il cielo predilige e il giorno indora! 
Oh sempre gloriosa patria mia, 
tanto per le penne come per le spade!. 

Luis de Góngora - su Andalusia


L'Andalusìa è una delle diciassette comunità autonome della Spagna. È composta da otto province: Almería, Cadice, Cordova, Granada, Huelva, Jaén, Málaga e Siviglia, dove si trova il capoluogo della comunità autonoma dell'Andalusia.

È la più popolosa comunità autonoma della Spagna con 8 402 305 abitanti (2014) e la seconda più estesa, il che unito alla sua storia e alla sua cultura le conferiscono un peso significativo all'interno del Paese iberico. Situata nel sud-ovest dell'Europa, è delimitata a ovest dalla Repubblica del Portogallo a sud dall'Oceano Atlantico, dal Mar Mediterraneo (Mare di Alborán e dal territorio d'oltremare britannico di Gibilterra), a nord dall'Estremadura e dalla Castiglia-La Mancia e a est dalla Comunità Autonoma di Murcia.

Si costituì in comunità autonoma in conformità del secondo articolo della Costituzione spagnola del 1978, che riconosce e garantisce il diritto all'autonomia delle nazionalità e delle regioni della Spagna. Il processo di autonomia politica si estende attraverso la procedura restrittiva di cui all'articolo 151 della Costituzione, il che fa dell'Andalusia la sola comunità spagnola ad aver acceduto all'autonomia attraverso questa procedura.

La configurazione geografica è uno degli elementi che conferisce unicità all'Andalusia. Dal punto di vista geografico, si possono distinguere tre grandi aree ambientali, formate dall'interazione di diversi fattori che influenzano l'ambiente fisico: la Sierra Morena (che separa l'Andalusia dalla Meseta), la Cordigliera Betica e la Depressione Betica che distingue l'Alta Andalusia dalla Bassa Andalusia.

La storia dell'Andalusia è il risultato di un processo complesso che raccoglie nell'arco del tempo popoli e culture diverse, nonché diverse realtà socio-economiche e politiche. A pesare sulla contemporaneità vi è il peso lasciato sul territorio dal passaggio di iberi, cartaginesi, romani, vandali, visigoti, bizantini e musulmani.

Come per la storia, la cultura andalusa è il risultato del passaggio di diversi popoli e civiltà che, nel corso del tempo, hanno plasmato una particolare identità culturale.

La realtà economica andalusa all'inizio del XXI secolo risente di uno svantaggio rispetto al panorama spagnolo ed europeo, risultato del fallimento della rivoluzione industriale e della posizione periferica dell'Andalusia circa i circuiti economici internazionali. Questa disuguaglianza è facilmente individuabile notando il basso peso del settore industriale nell'economia, che è ancora fortemente basata sull'agricoltura e sull'ipertrofia del settore dei servizi. Nonostante ciò, per dimensioni l'economia andalusa è la terza del paese.

Fino al 14 marzo 1995 dipendevano amministrativamente dall'Andalusia le città di Ceuta e Melilla, ora città autonome.

Lo spagnolo che si parla nelle Americhe discende in larga parte dal dialetto andaluso dello spagnolo castigliano, per effetto del ruolo che Siviglia svolse come porta di accesso alle colonie spagnole in America, durante il XVI e XVII secolo.




Straordinario il video-cartone del compianto Lele Luzzati.



Apri il libro, gira il foglio, 
un bambino che ti guarda... 
Apri la porta, e là 
poi la strada inizierà... 
Apri il libro, gira il foglio, 
un bambino su un cavallo... 
Apri la porta, e là 
poi la storia inizierà...

Giriamo il foglio allora, 
giriamo il foglio ancora, 
giriamo il foglio e dimmi cosa ci vedi.

Vedo alberi e giardini 
e le navi sopra il mare, 
le pianure e le colline 
e la gente che va...

Vedo un grande sole giallo, 
un bambino con un gallo, 
i sentieri e le montagne 
e la gente che va...

Giriamo il foglio allora, 
giriamo il foglio ancora, 
giriamo il foglio e dimmi cosa ci vedi.

Apri il libro, gira il foglio, 
una mela su di un ramo, 
terra nera per il grano 
e la gente che va...

Vedo nuvole lontane, 
un pesante fumo nero, 
tanti piccoli soldati 
e la guerra arriverà...

Giriamo il foglio allora, 
giriamo il foglio ancora, 
giriamo il foglio e dimmi cosa ci vedi.

Il bambino con il gallo 
e le navi sopra il mare... 
Se ne vanno le figure, 
ora nulla resterà.

Il bambino sul cavallo 
ed il grande sole giallo... 
Tanti piccoli soldati 
e la storia finirà.

Giriamo il foglio allora, 
giriamo il foglio ancora, 
giriamo il foglio e dimmi cosa ci vedi.


L'Arca di Noè by Walt Disney (1933)



Ed ecco di nuovo Disney parlarci di miti, leggende e di un evento fondamentale nella Bibbia. E non sarebbe stata l'ultima volta visto che Noé sarebbe tornato negli anni 50, in un mediometraggio in stop motion, e pure in Fantasia 2000 nel segmento dedicato a Paperino. Questa versione della storia è narrata con tutte le meravigliose caratteristiche di quel periodo con tanto di grassone barbuto nel comicissimo ruolo di Noé, dopo aver smesso i panni di Babbo Natale e Re Nettuno, e figli di Noé che con buona pace dei Flintstones improvvisano un sacco di gag facendosi aiutare in maniera molto moderna dai vari animali, usandoli come attrezzi, in maniera molto Disneyana. E' presente anche la gag delle puzzole che rischiano di essere escluse dall'affare per via dell'odore, antenato di quell'altro tormentone dell'estinzione degli animali mitologici che avrebbe trovato una realizzazione magistrale in Fantasia 2000. Il corto prende in esame tutta la storia dalla costruzione dell'arca sino all'arrivo alla nuova terra, passando per il momento di sconforto durante la navigazione e straordinariamente riesce a dare vita a tre canzoni orecchiabili e differenti durante la costruzione, la preghiera e l'esultanza finale. E la scena dell'"Oh Lord" è assolutamente esilarante. Insomma un capolavoro che ha avuto l'onore nel Treasure italiano di beccarsi un doppiaggio fatto ad hoc per l'uscita del dvd, in maniera da rendere cantabili anche per un pubblico italiano queste sciocche ma esilaranti canzoncine.

Dino Zoff ♥




28 febbraio 1942 nasceva Dino Zoff (Mariano del Friuli, 28 febbraio 1942) è un allenatore di calcio, dirigente sportivo ed ex calciatore italiano, di ruolo portiere. Campione europeo nel 1968, campione mondiale nel 1982 e vice-campione mondiale nel 1970 con la Nazionale italiana, che ha anche allenato dal 1998 al 2000.

Credo che, calcisticamente parlando, sia stato il più grande portiere italiano di tutti i tempi. Come persona, era dotato di un grande carisma e personalità. Non parlava molto, ma lo faceva sempre in modo intelligente. Era uno che preferiva i fatti alle parole. Un grandissimo, veramente. 

Pierluigi Casiraghi

Di tutto un po' #282


Non sprecare un solo attimo della tua giornata. Godi della meraviglia che ti circonda. Ama. Osa. Inventa. Dai il meglio di te e cerca sempre il meglio per te. Vivi ogni giorno, come se fosse l'unico della tua vita...
-- Antonio Curnetta

Le donne


Le donne sono tutto: mogli, mamme, amiche, amanti.
E spesso anche padri. 
Lavorano dentro e fuori casa facendo più fatica dell'uomo, 
per poi sentirsi dire che sono il “sesso debole”, “l’angelo del focolare”. 
Pensano più alle soluzioni che ai problemi, le donne.
Per questo amano, educano, lavorano, soffrono, sorridono. 
Fanno tutto con passione, con generosità, con fermezza, con sincerità. 
E non perdono mai la dignità e il sorriso, le donne. 
Solo loro sanno rinascere più forti di prima, dopo ogni delusione. 
Sanno andare controcorrente, 
perché è nella loro natura essere libere.
E percorrono strade difficili,
piene di buche, di salite e di tornanti, le donne.
Ma non si arrendono mai ed arrivano sempre alla meta. 
E si guardano indietro soddisfatte, orgogliose di loro. 
Le donne sono fatte così. 
Semplici, speciali, una vera forza della natura.
Semplicemente Donne...
-- Agostino Degas


Fammi un ritratto del sole


Fammi un ritratto del sole
così che io possa appenderlo in camera mia
e possa fingere di scaldarmi
mentre gli altri lo chiamano ” Giorno”!
Disegnami un pettirosso su un ramo
così che io possa ascoltarlo mentre dormo
e quando cesserà il campo nei campi
anch'io deporrò la mia illusione.
Dimmi se e' vero che fa caldo a mezzogiorno
se sono i ranuncoli quelli che volano
o le farfalle quelle che fioriscono.
Poi, manda via il gelo dai prati
e scaccia la ruggine dagli alberi
dammi l'illusione che ruggine e gelo
non debbano più tornare!

( Emily Dickinson)

Penultimo giorno di Febbraio



"Ancora non se ne è andato l'inverno
e il melo appare
trasformato d'improvviso
in cascata di stelle odorose." 

(Pablo Neruda)

Penultimo giorno di Febbraio: 

l'Inverno sbiadisce e si affaccia la stagione dei fiori...

... Il melo cotogno del Giappone, il Chaenomeles, è ormai in pieno fiore, e la specie bianca ci ricorda proprio la fioritura magica del melo, una delle più belle della Primavera...


CHIESA DI PIEVE SALUTARE



Questa Chiesa è situata a Pieve salutare, piccolo centro a 4 km da Castrocaro Terme.

Chiesa parrocchiale, già denominata Pieve di S.Pietro in Cerreto, esisteva fin dal 955. Compromessa dai terremoti verificatisi nella zona attraverso i secoli, fu definitivamente distrutta in seguito all'intensa attività sismica dell'autunno 1870. Riedificata venne nuovamente consacrata nel 1872. Intorno alla chiesa si è costruito recentemente un piccolo villaggio in cui è raccolta la popolazione proveniente dalla campagna circostante.


Di tutto un po' #281


Quelli che "io dall'amore non mi aspetto più niente",
ma sperano ancora di aver detto una bugia.
Quelli che "se potessi tornare indietro" 
o "se riuscissi ad andare avanti" 
e intanto intralciano il traffico.
Quelli che si sentono esclusi, sconfitti, diversi, 
incompresi, inadeguati:
soli, eppure sono tantissimi.
Quelli che non sentono più niente e, 
dopo averlo rincorso invano, adesso scappano dall'amore.
Quelli che tanto l'amore prima o poi li raggiunge.

Massimo Gramellini

Rob Scotton

Di tutto un po' #280


Se amate qualcuno per la sua bellezza, non è amore ma desiderio. 
Se amate qualcuno per la sua intelligenza, non è amore ma ammirazione. 
Se amate qualcuno per la sua ricchezza, non è amore ma interesse. 
Se amate qualcuno e non sapete il perché, questo è amore.

Anonimo dal web

Photo by Juli Kirsanova

La casa di campagna


Ogni zona del nostro paese ha una sua architettura edilizia particolare, dettata da esigenze precise, esigenze di lavoro e di abitazione...

La casa di tipo cesenate - riminese di una volta era così: 

a forma rettangolare con ai lati dei prolungamenti dove era situata l'attrezzaia, il forno e gli annessi vari...l'esposizione era sempre con la facciata a sud e il portico era parte essenziale della costruzione.
Il tetto del portico tagliava a metà le finestre sel primo piano così che si poteva sorvegliare sia giù in basso che guardare lontano nei campi. 

Queste case non avevano fienili in muratura come le cascine emiliane o lombarde perchè non c'erano stalle grandi per allevamento, ma quasi solo stalle di bovini da lavoro...

....ormai sono poche quelle rimaste originali, questa così ben tenuta è davvero un esempio ammirevole!

sabato 27 febbraio 2016

Di tutto un po' #279


L’uomo deve rendersi conto che occupa nel creato uno spazio infinitamente piccolo e che nessuna delle sue invenzioni estetiche può competere con un minerale, un insetto o un fiore. Un uccello, uno scarabeo o una farfalla meritano la stessa fervida attenzione di un quadro di Tiziano o del Tintoretto, ma noi abbiamo dimenticato come guardare.

(Claude Lévi-Strauss)
Olga Demidova


Di tutto un po' #278


A tutti gli illusi, a quelli che parlano al vento.
Ai pazzi per amore, ai visionari,
a coloro che darebbero la vita per realizzare un sogno.
Ai reietti, ai respinti, agli esclusi. Ai folli veri o presunti.
Agli uomini di cuore,
a coloro che si ostinano a credere nel sentimento puro.
A tutti quelli che ancora si commuovono.
Un omaggio ai grandi slanci, alle idee e ai sogni.
A chi non si arrende mai, a chi viene deriso e giudicato.
Ai poeti del quotidiano.
Ai “vincibili” dunque, e anche
agli sconfitti che sono pronti a risorgere e a combattere di nuovo.
Agli eroi dimenticati e ai vagabondi.
A chi dopo aver combattuto e perso per i propri ideali,
ancora si sente invincibile.
A chi non ha paura di dire quello che pensa.
A chi ha fatto il giro del mondo e a chi un giorno lo farà.
A chi non vuol distinguere tra realtà e finzione.
A tutti i cavalieri erranti.
In qualche modo, forse è giusto e ci sta bene…
a tutti i teatranti...
-- Miguel de Cervantes —

La leggenda del filo rosso del destino.


Una leggenda narra che ogni uomo e ogni donna viene al mondo con un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra; questo filo unisce indissolubilmente due anime gemelle, due amanti, due persone destinate a vivere insieme, non importa la distanza, non importa l’età, la classe sociale o altro, è un filo che lega due anime per sempre.

Questo filo rosso non è visibile, è lunghissimo, indistruttibile e serve a tenere unite le due persone che sono destinate a stare insieme per sempre,il problema è che essendo molto lungo il filo spesso si aggroviglia e crea intrecci strani e nodi che creano difficoltà alle due anime destinate a congiungersi; ogni groviglio che verrà sciolto sarà il superamento di un ostacolo nella relazione, ogni nodo che verrà districato servirà a rafforzare il legame...

Di tutto un po' #277



Io sono: donna, amante, madre, figlia, amica, sorella.
Io sono: maestra, cuoca, infermiera giocoliere, segretaria.
Io sono: conforto, comprensione, coraggio, certezza.
Io sono: meccanico, elettricista, pittrice, falegname.
Io sono: il modo, il tempo e il luogo.
Io sono: il faro, la riva, l'isola, il porto, la stazione.
Io sono: il perdono, l'amore, il consiglio, la tenerezza.
Io sono: tante cose, tante persone, tanti sentimenti.
Io sono: voce del verbo, essere donna...
-- Monica Cannatella


Pittore: Todd White



Todd White stile distintivo e giù per la personalità terra lo hanno vinto una reputazione internazionale. E il suo profilo continua a crescere.
Le mani sono un punto focale come lui è sempre stato impressionato da quanta forza ed espressivo piccoli gesti possono amplificare le prestazioni di un attore. '' Mani di tutti sono pieno di personalità, " ', dice Todd," Essi riflettono lo stato del soggetto della mente quasi quanto le espressioni facciali ".
E 'un osservatore compulsivo di dettaglio, sempre a studiare e assorbire figure, volti e caratteristiche. Inconsciamente, trascorre la sua vita osservare la gente - scarabocchiare giù schizzi qualunque sia la situazione (spesso su tovaglioli, anche tovaglie) per registrare un'idea per il suo prossimo lavoro.
I suoi quadri affascina persone. Spesso invocano risate e richiedono visioni ripetute. Rivelando sentimenti più intimi dei suoi sudditi egli crea scene senza tempo di attrazione e di intimità. Sotto le caratteristiche esagerate e texture della pelle dei suoi personaggi non vi è verità. Sia loro e la nostra.
soggetti di Todd provengono dal mondo di tutti i giorni, ma il suo punto di vista è così insolito che altera il modo in cui percepiamo le persone ei ruoli che giochiamo intorno a vicenda. Studia il linguaggio del corpo, usando le sue sfumature per catturare le sottigliezze di ciò che la gente mostrare e nascondere.
A seguito di una serie di spettacoli da record nel Regno Unito, Todd è tornato negli Stati Uniti per ancora maggiore consensi, ed è diventato uno dei mondi artisti viventi più da collezione e di successo.