"Chi pretende una ricompensa da un disonesto, sbaglia due volte:
primo perché aiuta un indegno, secondo, perché certamente non rimarrà impunito"...
è la morale di questa favola di Fedro.
C’era una volta un lupo conosciuto per la sua ferocia da tutti gli animali del bosco. Quando era affamato, non c’era animale piccolo o grande che potesse sfuggire alle sua zanne.
Un giorno gli successe una cosa molto spiacevole: un osso di agnello, molto appuntito, gli si conficcò in gola e per quanti sforzi facesse, non riuscuiva a toglierselo. Quell’ossicino era davvero una seccatura, non tanto perchè gli facesse male, ma perché non riusciva ad inghiottire niente, solo qualche sorso d’acqua che però non alleviava né il dolore, né la fame.
Disperato si mise a chiedere aiuto a tutti quelli che conosceva; ma erano tutti impauriti dalla sua terribile fama, con una scusa o l’altra cercavano di stargli alla larga e si rifiutavano di aiutarlo.
Finché la volpe da dietro la porta sbarrata della sua casa, gli consigliò: - Vai dalla gru, in fondo allo stagno grande. Tutti dicono che è il miglior dottore della zona!
Si mise in viaggio e quando giunse alla sua casa, per non spaventarla, disse con voce dolce: - Madama gru, ho sentito parlare della tua bravura. Ho bisogno di te. Tu sola puoi aiutarmi!
- Che ti è successo, compare lupo? Ti vedo stravolto ed affannato. Dimmi cosa posso fare per te.
- Ecco - riprese il lupo - guarda qui in fondo alla mia gola. Mentre mangiavo vi si è conficcato un ossicino. Se riuscirai a strapparmelo avrai da me una ricompensa!
Alla gru non sembrò vero di poter curare un malato così illustre. Per tutta la vita, pensava, avrebbe potuto vantarsi di aver guarito il famoso lupo delle montagne. Si accinse dunque a compiere l’operazione chirurgica. Fece distendere il lupo presso un tronco, gli fece spalancare la bocca e senza pensare ad altro mise la testa tra le fauci della belva. Con il lungo becco riscì a penetrargli giù nella gola e con un colpo ben assestato strappò l’ossicino fastidioso.
Il lupo ululò dapprima di dolore e poi di gioia: - Ora si che mi sento bene. Eh! Sapevo che tu saresti stata capace di guarirmi.
La gru, soddisfatta, si pulì il becco nell’erba e disse: - Bene! Ecco fatto. Ora sentiamo qual è la ricompensa.
- Come? – esclamò il lupo facendosi serio. – Osi chiedermi la ricompensa? Dovresti ringraziarmi di non averti mozzato la testa mentre era nella mia gola! Sono io che dovrei avere date un premio, per averti risparmiato la vita!
La gru, vedendo gli occhi del lupo farsi sempre più rossi e cattivi, pensò che era bene non insistere tanto e comprese che era stata sciocca a sperare in una ricompensa da un essere tanto malvagio.
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