Sarebbe un calcolo molto interessante stabilire quante tonnellate di patatine fritte vengono consumate quotidianamente nel mondo. Da sole o in associazione con altre verdure, per accompagnare secondi piatti oppure semplicemente per “sgranocchiare” qualcosa mentre si fa una passeggiata, allo stadio o davanti alla televisione… Ebbene, anche la scoperta di questa golosità per grandi e piccini è legata al caso, o meglio a un “fortunato”… incidente sul lavoro. Il merito va ad un certo George Crum, cuoco in un ristorante americano, in un non meglio precisato giorno del 1853… Anzi, più precisamente, ad un intrattabile cliente di questo albergo, al quale erano state servite delle patate fritte. Il cliente aveva rispedito più volte in cucina le patate che riteneva tagliate in modo non sufficientemente sottile. Una, due, tre, quattro… volte. Alla fine lo chef, infuriato come un serpente a sonagli e sicuro di fare un dispetto al suo cliente, tagliò le patate in modo così sottile da sembrare pressoché trasparenti, le gettò nell’olio bollente e le rimandò al cliente. Questi, neanche a dirlo, rimase finalmente soddisfatto… per la gioia di tutti i bambini dai 3 agli 83 anni. Insomma, anche in questo caso il cliente ha avuto ragione. Peccato che poi ci si siano messi a rovinare la festa medici, nutrizionisti, dietologi… col dire che le patatine fritte fanno male al fegato. Comunque io penso che qualche piccola “disobbedienza” ce la possiamo permettere.
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