giovedì 17 maggio 2018

ESSERE IN BOLLETTA


Nessuno può ignorare il difficile momento del paese. Per questo, qui s’ é fatto ieri l’altro riferimento ad alcune espressioni, come ESSERE IN ROSSO o ESSERE AL VERDE. Il significato negativo di questi i modi di dire si ritrova anche in altri detti. 

I quali sono oggi di grande attualità in una Italia acefala, nella quale finanche le figure istituzionali più rilevanti non sono in grado di occuparsi dei problemi della gente. 

Non solo si dice dunque “sono in rosso” e “sono al verde”, ma anche SONO IN BOLLETTA. Che, come espressione, è nata molto tempo fa, quando nelle bacheche comunali si decise di pubblicare i nomi dei soggetti insolventi. Era questo un modo per mettere sull’avviso tutte quelle persone che avrebbero potuto avere rapporti con quei morosi.

La BOLLETTA era il documento comunale, che veniva messo in bacheca e che così si chiamava perché era contraddistinto da un timbro tondo. 

La parola deriva dal termine latino BULLA, che inizialmente indicava un oggetto sferico (come la pallina aurea che portavano al collo i giovani patrizi romani) e successivamente tutto ciò che era tondeggiante, come i timbri. E così sono nati la bolla papale e più recentemente la bolletta telefonica, dell’ENEL, il francobollo, il bollettino di guerra ecc.

Di Gianfranco Frau Altea

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