sabato 31 ottobre 2015

I COLORI DELLA TERRA IN AUTUNNO


Siamo tutti abituati ad ammirare l’autunno rivestito dei colori “bruciati” che sanno della terra: le foglie che lentamente si accartocciano consumate da quel poco sole che ancora le bacia; i prati e i campi si spogliano e quasi inaridiscono; il freddo avanza in attesa della nuova stagione. Invece, in una parte del mondo distante da noi, il paesaggio autunnale si presenta completamente diverso nei colori e nelle forme. 


In Giappone, milioni di lycoris rossi fioriscono, invadendo il parco Kinchakuda Manjushage di Hidaka, che diventa un esteso tappeto vivace, leggiadro, elegante di questo intenso colore rosso. Si è davanti a un magnifico paesaggio particolare e del tutto insolito. Precisamente, in giapponese questo fiore viene chiamato “manjushage” o “higan-bana”, (dal fatto che esso fiorisce nel periodo della festa buddhista di higan, celebrata nella settimana dell’equinozio). Nella tradizione, questo fiore rosso veniva piantato lungo i bordi dei campi di riso e ortaggi, e nei cimiteri, perché, avendo radici velenose, teneva lontani gli animali. La sua fioritura segna la fine dell'estate e l'arrivo dell'autunno.


Una famosa leggenda racconta di due elfi, Manju e Saka, che avevano il compito di vigilare rispettivamente sui fiori e sulle foglie. Il ciclo vegetativo delle lycoris prevede che i fiori si sviluppino e appassiscano prima della fioritura delle foglie e che le foglie ingialliscano e secchino prima della fioritura dei fiori. Così, i due elfi non avrebbero dovuto mai incontrarsi. Ma, per curiosità, essi sfidarono la sorte e riuscirono a vedersi di nascosto. Tra loro sbocciò l'amore a prima vista, ma la dea Amaterasu, esasperata dai loro capricci e ostinazione, separò la coppia e sentenziò che i fiori di Manju non dovessero mai più incontrare le foglie di Saka. Quando gli amanti si ritrovarono dopo la morte nel Diyu, il regno dei defunti, si promisero solennemente di incontrarsi di nuovo dopo la loro incarnazione. Ma, la loro promessa non si realizzò.


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