domenica 1 maggio 2016

IN CUCINA NON TUTTI SANNO CHE… ACETO BALSAMICO


Anticamente, era considerato un prodotto efficace nella cura delle faringiti e raucedini e valido per far rinvenire da leggeri malori. Negli ultimi anni, ha riacquistato una certa notorietà, poiché è largamente usato in gastronomia. Attenzione: molti aceti, definiti balsamici, sono in realtà normali aceti di vino semplicemente colorati e aromatizzati magari con del caramello. Ci sono soltanto due tipi di aceto balsamico: l’aceto balsamico tradizionale e il semplice aceto balsamico. La differenza tra i due è che per produrre quello tradizionale viene usato un mosto cotto ad alta concentrazione (ottenuta con una bollitura prolungata fino a ridurre della metà il volume originario), mentre per l’altro si utilizza un mosto non concentrato o solo parzialmente concentrato. In linea di massima, la procedura è la seguente: il mosto d’uva cotto, fermentato naturalmente, inizia il suo processo di acetificazione e viene lasciato maturare per cinque anni in piccole botti di diverso legno, in file sovrapposte per ogni annata; prima in quelle di rovere, poi di castagno, quindi di ciliegio, di frassino e da ultimo di gelso. Ogni anno, partendo dall’alto, il contenuto di ogni botte viene in parte trasferito in quello delle botti della fila sottostante, in modo che alla fine il risultato è un mix delle diverse annate. L’aceto balsamico maturo ha un colore bruno brillante (simile a quello del caramello) e un sapore agrodolce.



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