mercoledì 4 novembre 2015

Di tutto un po' #204


«Non capisco, eppure, ci siamo amati tanto»

«Cos’è che non capisci?»
«Come abbia fatto a trovare la forza di trattarmi tanto male».

Mi fermo. Ripenso alle sue parole, così cariche di dolore, di incredulità. 
Così piene di qualcosa che non si aspettava. 
E resto smarrita. Stavolta mi sa che non farò la cosa giusta, stavolta mi sa che non sarò d’aiuto a nessuno.
Ma all'improvviso mi viene in mente qualcosa e le chiedo: 

«Te la ricordi l’ultima volta che ti ha detto "ti voglio bene"?» 
Tentenna. Non è sicura di ricordarlo. Poi mi dice:
«Sì, è stato un po' di anni fa, quando abbiamo fatto l’amore l’ultima volta». 
Sto per rispondere, ma lei si affretta ad aggiungere: 
«Veramente, l’amore l’ho fatto io da sola. Lui ha detto che era stata una bella parentesi».
Non commento, non mi pare il caso. 
Le chiedo soltanto: «E da allora?». 
«Da allora niente, è tornato ad essere l’uomo scontroso e indifferente che era sempre stato». 
Mi fermo di nuovo. Devo trovare il modo per non ferirla.
«Perdonami, hai esordito dicendo che vi siete amati tanto e io non ho nessun motivo per metterlo in dubbio. Ma l’ultimo ti voglio bene l’hai sentito diversi anni fa, in un momento particolare dove mi pare di capire che tu sia stata guidata dal cuore e lui no. Dopo quel giorno, è tornato ad essere l’uomo scontroso e indifferente che era sempre stato. E allora scusa se te lo chiedo, ma quando di preciso VI siete amati tanto?»

Adesso si ferma lei. È visibilmente provata.
Credo che stia mettendo insieme pezzi di frasi, di ferite, di gesti tristi che ha subito senza mai reagire. 
Ha gli occhi chiusi ma rivolti verso l'alto, come quelli di chi sta cercando un profumo nell'aria. 
Come quelli di chi si sta accorgendo che un'emozione avariata, non è affatto un profumo.

Tira un lungo respiro e piange.
La lascio fare, sento che ne ha bisogno, che sta comprendendo e che le va bene così. 
Non è infastidita, né arrabbiata. 
È semplicemente cambiata. 
Si alza, chiede se può abbracciarmi. 
«Certo che puoi».
Si avvicina e mi stringe. 
Nell’orecchio, con un filo di voce, sussurra: 
«L’ho amato solo io». 

L’abbraccio più forte. 
Adesso è pronta per ricominciare davvero.


(opera: Leonid Afremov)


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