giovedì 5 novembre 2015

LA QUOTIDIANA TRAPPOLA: LA TELEVISIONE




A un certo punto l’abbiamo presa e l’abbiamo messa in un armadio. Non avevamo ancora bambini, allora, ma la televisione era già diventata un’ospite troppo invadente. Ero arrivata a sognarmi i protagonisti delle telenovelas argentine! Così abbiamo preso il coraggio e l’abbiamo confinata. Improvvisamente ci si è aperta una nuova vita, fatta di cene cucinate insieme, di libri, di passeggiate notturne. Devo dire che, a parte lo spaesamento iniziale, non è stato troppo male, anzi. Ci sentivamo liberi, controcorrente, leggeri… Non ricordo invece, perché l’abbiamo ritirata fuori, non saprei dire, anche perché abbiamo continuato a guardarla con molto sospetto. Niente TV per la bambina: meglio il parco, i giochi, disegnare… ancora oggi ci rinfaccia di avere guardato solo la “Melevisione” fino a dieci anni. Con i suoi fratelli non siamo stati così talebani e, a forza di concessioni, ci ritroviamo oggi, con il più piccolo che ha 10 anni, ad avere la televisione più invadente che mai. Il calcio un giorno sì e l’altro pure, la serie americana, il talent… Si torna a casa da scuola e cosa si fa? Si accende la TV… Solo dieci minuti, solo mezz’ora… se dovessimo pensare di rinunciarvi, credo che in casa si scatenerebbe la rivoluzione. Già ora è la causa di litigio più gettonata, prima dei turni in bagno la mattina e l’utilizzo del posto davanti in macchina. Insomma, ci siamo arresi alla sua presenza e prepotenza, eppure, nel nostro giro, siamo ancora tra quelli normativi, di quelli che si oppongono alla televisione libera, o almeno ci provano. Niente televisione la mattina, nessun televisore in camera per nessuno: un solo apparecchio per tutta la famiglia, niente televisione quando si mangia, tempo davanti allo schermo razionato e controllo delle trasmissioni. Che non devono essere mai troppo sceme, troppo violente, troppo volgari. I ragazzi se ne lamentano, per loro siamo davvero esagerati. Invano gli si spiega che il corpo reagisce davanti alle scene di violenza esattamente come se fossero reali, invano gli si fa notare che tutto quel parlare e ammiccare pepato non fa che banalizzare e svilire le relazioni più preziose, i sentimenti, la dignità… Loro si sentono immuni, superiori, perfettamente in grado di gestire le emozioni forti che passano sugli schermi. E considerando quanta spazzatura passa in TV, la battaglia non è semplice. In questa resistenza, noi genitori siamo lasciati praticamente soli, ed è un privilegio tutto italiano: provate a guardare la TV in Gran Bretagna; acqua di rose, almeno fino alle 22. In teoria, anche da noi ora è proibito trasmettere contenuti dannosi, ma se l’emittente adotta sistemi di “parental control” può aggirare l’ostacolo. Peccato però che i genitori, che sanno cosa sono e utilizzano i sistemi di controllo parentale, non siano proprio numerosissimi… Ormai, la televisione ce la siamo ripresa in casa ed è colpa nostra. Ma la prossima volta che si guasta, mi sa che aspetteremo un po’ prima di farla aggiustare…


R. Florio


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