giovedì 25 febbraio 2016

LEANDRO


La maschera di Leandro appartiene alla schiera degli innamorati. Di solito questo personaggio rappresenta il modello di uomo della sua epoca ed è provvisto di numerose virtù, ma Leandro, dopo essere stato uno dei più applauditi del suo genere, è destinato ad avere una carriera poco felice. Alla fine del ’600, infatti, le compagnie teatrali cominciano a rappresentarlo con una crescente vena di ridicolo e all’inizio del ’700 egli non ha più granché di cui vantarsi: gli intrecci teatrali lo fanno diventare il figlio di qualche Capitano sterminatore di Saraceni il quale, malgrado gli abiti guarniti di pizzi e merletti e il parlare forbito, non riesce a collezionare che sdegnosi rifiuti. Di carattere è permaloso e risulta maldestro e suscettibile. Non accetta che qualcuno abbia più fortuna di lui e gli succede parecchie volte al giorno di mettere mano alla spada, anche se nessuno ne ha mai vista la lama. Grazie alle sue veloci giravolte, nelle risse, si ripara agevolmente da colpi e calci. Esistono dubbi pure sulla cultura del nostro sventurato amico: il pettegolo Arlecchino riferisce di aver trovato nella tasca di Leandro un sillabario intonso e di averlo visto firmare con una croce!

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