venerdì 26 febbraio 2016

Farmaci antidepressivi


Gli attuali farmaci antidepressivi, cioè gli inibitori della ricaptazione della serotonina, sono spesso in grado di alleviare i sintomi, ma oltre ad avere un’azione che si diluisce nel tempo -e quindi la loro efficacia sembra affievolirsi- non sono in grado di invertire il processo che può aver portato a danni neurali più sostanziosi. Infatti, diverse ricerche dimostrano che stress e depressione possono non solo debilitare le connessioni sinaptiche tra i neuroni, ma anche causare una riduzione di funzionalità o addirittura un’atrofia delle cellule nervose interessate. Dall’Università di Yale, negli U.S.A., ci giunge una speranza: c’è la possibilità di sviluppare una classe di farmaci (iniziando dalla ketamina, a opportuni bassi dosaggi) con i quali si riuscirebbe ad alleviare i sintomi in pazienti affetti da “depressione maggiore” e resistenti agli attuali comuni trattamenti.

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