A imitazione di Piazza del Popolo a Roma, dalla piazza del borgo di Bagnaia, località climatica alle pendici dei monti Cimini, si staccano tre strade a tridente: quella centrale porta a Villa Lante. La villa, già ideata come residenza estiva dei Vescovi di Viterbo, iniziata da Ottaviano Riario, nipote di Papa Sisto IV della Rovere, assunse l’aspetto odierno grazie al Cardinal Gianfrancesco de Gambara, con l’aggiunta della palazzina omonima e del grande giardino con i giochi d’acqua. I lavori durarono dal 1566 al 1578. La concezione della villa, che esalta il rapporto tra architettura e paesaggio, è attribuita a Jacopo Barozzi detto il Vignola. Egli ordinò lungo un unico asse, un grande giardino all’italiana, le due palazzine simmetriche, un altro giardino all’italiana a più livelli, mentre a fianco e a monte si sviluppa un grande parco di 18 ettari, in precedenza adibito a riserva di caccia per Papi e Cardinali. Elevata la palazzina di destra, sotto il papato di Pio V, le critiche di san Carlo Borromeo indussero a sospendere i lavori. Riprese i lavori, completando la palazzina di sinistra, il nipote di Sisto V, Cardinale Alessandro di Montalto, il quale esortato a limitarsi a due stanze, ridusse a un solo salone il primo piano. Le palazzine sono decorate con affreschi di Agostino Tassi, del Cavalier d’Arpino, del Tempesti e degli Zuccari. In un trionfo di verde e di acqua, il parterre è dominato al centro dalla fontana del Quadrato con il gruppo dei Quattro mori. Nel 2011 la Villa è stata votata il “parco più bello d’Italia”.
Il gusto del gioco e della sorpresa: sono queste le prime sensazioni ed emozioni che i numerosi turisti che ogni anno visitano Villa Lante di Bagnaia, una delle più significative realizzazioni del Cinquecento italiano, provano nel visitare lo splendido parco ricco di artistiche fontane e il bellissimo giardino all'italiana.
Visitare la Villa nei mesi primaverili è un'esperienza unica e straordinaria da consigliare assolutamente a chi decide di trascorrere un riposante week-end nel viterbese.
Collocato alla parte estrema del borgo medievale di Bagnaia ai piedi dei Monti Cimini, l'accesso alla Villa, che occupa oltre 20 ettari, è preceduto da un arco posto alla fine di una rampa di gradini, eretto nel 1772.
Il borgo è suggestivo, come tutti i piccoli centri della Tuscia viterbese ma, l'elemento che lo rende unico e straordinario è proprio la Villa con i suoi edifici affrescati ed il suo parco di straordinaria bellezza, che conserva uno dei giardini italiani più belli e più famosi al mondo.
E' la metà del Cinquecento quando, grazie al volere e all'intuito del cardinale Francesco de Gambara, inizia la costruzione, che riguarda prevalentemente fontane, cascate, siepi, giochi d'acqua, nicchie e labirinti, la cui ideazione è attribuita a Jacopo Barozzi da Vignola.
Non esiste, infatti, una Villa vera e propria, ma solo due edifici gemelli posti sullo stesso lato aperti al piano terra e caratterizzati ognuno da logge a tre grandi arcate.
Le logge sono affrescate, rispettivamente, con vedute dedicate alle più importanti ville cinquecentesche laziali e volte a grottesche, opera di Raffaellino da Reggio, e con vedute marine opera di Agostino Tassi.
All'interno dei due edifici si possono anche ammirare paesaggi di Antonio Tempesta ed affreschi raffiguranti divinità femminili realizzati dal Cavalier d'Arpino.
L'elemento forte e caratterizzante il Parco è naturalmente rappresentato dall'acqua che sgorga da numerose fontane, arricchite da gruppi scultorei di grande fascino e sistemate lungo cinque livelli di terrazze sovrapposte.
Al centro del quadrato antistante gli edifici una grande fontana composta da un triplice cerchio di vasche colpisce immediatamente l'attenzione del turista: è la cosiddetta Fontana del Quadrato sormontata da un gruppo scultoreo attribuito a Taddeo Landini, raffigurante Quattro Mori .
Poi giardini terrazzati, la Fontana dei Lumini, formata da 70 getti d'acqua che fuoriescono da piccole tazze; ovunque arbusti e piante ad alto fusto, lecci, platani e querce.
Sulla terza terrazza è la Mensa del Cardinale (o Fontana della Tavola), un enorme tavolo di pietra con una cavità centrale in cui scorre l'acqua: qui il cardinal Gambara, committente del Parco, amava tenere i suoi conviti estivi.
Più avanti giardini segreti e labirinti in un susseguirsi di sorprese e trovate sceniche che mirano, riuscendovi, a stupire e a disorientare il visitatore. Ancora la Fontana dei Delfini, circondata da siepi di bosso, la Fontana dei Giganti, ornata da due colossali statue di fiumi e la Fontana del diluvio, con l'acqua che sgorga da una grotta.
Infine, uno degli edifici più curiosi ed interessanti presenti all'interno del parco è sicuramente quello della "ghiacciaia", una costruzione realizzata all'inizio del XVII secolo a forma cilindrica, interrata per quasi 10 metri e con diametro di uguale misura, che aveva lo scopo di mantenere fresche le bevande ed i gelati, di cui era ghiotto il Cardinal Alessandro Damasceni Peretti-Montalto, nipote di Papa Sisto V, grazie al fatto che di inverno veniva riempita di neve.
Curiosità
La villa è conosciuta come "Villa Lante". Tuttavia ha acquisito questo nome solamente un secolo dopo la sua costruzione, quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere, Duca di Bomarzo, e rappresenta oggi, proprio insieme a Bomarzo, uno dei più famosi giardini italiani a sorpresa manieristici del XVI secolo.
Nel 2011 è stata votata "Parco più bello d'Italia
Nessun commento:
Posta un commento