Una bellissima favola di Kathryn Jackson che parla di integrazione...
Il piccolo ippopotamo era molto, molto più grosso di tutti gli altri cuccioli.
Quando cercava di giocare con le piccole tigri, che facevano una pista segreta attraverso la giungla, esse gridavano:
- No, tu sei troppo grosso. Tu faresti una pista grande, e allora non sarebbe più segreta.
Quando cercava di giocare con le piccole giraffe, che giocavano a nascondino dietro agli alberi, esse gli dicevano:
- No, tu sei troppo grosso! Non puoi nasconderti dietro gli alberi, non c’è nessun albero grande abbastanza per coprirti.
Le piccole scimmie si dondolavano appese alle liane della giungla, e gli dicevano, prima ancora che egli parlasse:
- Sei troppo grosso per giocare con noi! Non riusciresti a dondolarti, sei troppo pesante.
Il povero ippopotamo era assai scoraggiato.
- Non c’è nessun gioco che mi vada bene – sospirava, avviandosi triste e lento verso il laghetto. Quando vi giunse, gli altri erano già arrivati per fare una lunga nuotata.
- Non possiamo nuotare – dicevano, – da troppo tempo non piove e l’acqua è troppo bassa.
Quando il piccolo ippopotamo udì queste parole, sorrise. Scese nel laghetto e il suo grande corpo grasso occupò tanto spazio, che il livello dell’acqua crebbe notevolmente
- Ecco! – gridò il piccolo ippopotamo – Ora potete nuotare!
Tutti si tuffarono allegramente in acqua e poco dopo erano tutti sul dorso del piccolo ippopotamo, a giocare con l’acqua.
Si divertirono tutti immensamente.
Più di tutti si divertì l’ippopotamo, che finalmente, per la prima volta nella sua vita, si trovò circondato di amici che ridevano, gridavano, spruzzavano e, soprattutto, scherzavano con lui, invece di allontanarlo.
E dopo di allora, quando il piccolo ippopotamo si avvicinava agli altri cuccioli della giungla per giocare, non gli dicevano più che era troppo grande, ma cambiavano gioco e ne sceglievano uno che andasse bene anche a lui.
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