Nell’ultimo lembo di Toscana che si affaccia sul Lazio, spicca l’antico borgo di Pitigliano con le case arroccate sul grande sperone di tufo, da cui sembra affiorare. Le costruzioni di colore ocra costituiscono un tutt’uno con la roccia e i vicoli stretti e irti che portano all’antico quartiere ebraico. Pittoresca, domina la campagna intorno e offre panorami incantevoli, mentre le gole che circondano la cittadina ne fanno un bastione naturale. Il borgo medievale, delle origini etrusche conserva soltanto i blocchi incorporati nella cinta muraria medievale, presso la Porta di Sovana. Sulla via principale sboccano vicoli stretti e tortuosi con scalinate e sottopassaggi, che la rendono un luogo incantato e affascinante. Appartenuta al feudo maremmano degli Aldobrandeschi, nel 1293 passò agli Orsini e, favorita dall’importanza strategica della sua posizione naturale, ne divenne il caposaldo più importante in Maremma. Nel XVI secolo la città passò da Piero Strozzi a Cosimo I de’ Medici e nel 1608 fu definitivamente incorporata al Granducato di Toscana. Nel XV secolo vi si era stabilita una colonia di Ebrei che ebbe anche la sinagoga. Visitiamo: sotto il tempio ebraico, i locali per il Bagno Rituale, il forno delle “azzime”, la macelleria kasher, la cantina kasher e la tintoria; la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo; l’imponente Acquedotto Mediceo che serviva a convogliare l’acqua dai vicini torrenti verso il centro abitato; la Fontana delle Sette cannelle; il Palazzo Orsini, già Rocca aldobrandesca, residenza dei conti di Pitigliano.
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Il legame di Pitigliano con la cultura ebraica arriva da lontano. La prima comunità a trovare rifugio nel paese scavato nel tufo risale alla fine del Quattrocento e realizzò la Sinanagoga nel 1598. Purtroppo la sua originaria strutture fu distrutta in parte durante la Seconda Guerra Mondiale ma in seguito fu sapientemente ristrutturata e oggi è visitabile (escluso il sabato e le festività ebraiche). Alle pareti, arricchite da stucchi e decori, sono presenti numerose epigrafi commemorative in caratteri ebraici. La Tevà, occupa il centro del luogo di culto, mentre sullo sfondo si può notare l''arca santa in legno; l'Aròn. Nella parte superiore, dietro una balaustra riccamente intarsiata, si nascondono le panche del matroneo, la parte superiore della sinagoga riservato alle donne.
La popolazione ebraica è da sempre integrata perfettamente a Pitigliano, tanto che la comunità viene chiamata la "Piccola Gerusalemme".
I segni di questa lunga convivenza si possono ritrovare nel Ghetto ebraico: un suggestivo percorso nel centro storico di Pitigliano che attraverso locali scavati nel tufo testimonia la vita della comunità ebraica. Si va dal Forno delle Azzime dove venivano preparati dolciumi e pane azzimo, al Bagno Milkve, situato sotto la Sinagoga, dove in una apposita vasca ricavata nel tufo, le giovani praticavano il rito del bagno mestruale, atto purificatorio della cultura ebraica. Poi si passa alla cantina, dove veniva conservato il vino kasher, e la Macelleria Kascher, intermante scavata nel tufo, dove veniva macellata la carne secondo la tradizione ebraica.
Per conservare meglio questo antico patrimonio è stato creato il Museo della Cultura Ebraica, che raccoglie al suo interno testimonianze ed oggetti ed è il punto di ingresso per le visite alla Sinagoga ed a tutto il complesso monumentale.
Nonostante oggi gli ebrei a Pitigliano siano rimasti pochissimi, rimane un legame forte con la città: dal restauro e conservazione dei monumenti ebraici, alla scelta di produrre vino kasher nella Cantina Cooperativa di Pitigliano, alla fondazione dell’Associazione "La Piccola Gerusalemme", che ha come fine la promozione di iniziative per la valorizzazione della storia di Pitigliano.
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