Iniziati nel sec. XVII, gli studi sull’elettricità conobbero un notevole sviluppo nel sec. XVIII. Tra i tanti ricercatori ricordiamo il medico e naturalista bolognese Luigi Galvani (1737-1798) che condusse per lungo tempo studi di elettrofisiologia. Mentre stava facendo degli esperimenti per esaminare la risposta dei muscoli crurali di rane “opportunamente preparate”, sollecitati direttamente dal conduttore di una macchina elettrostatica, capitò ad un suo assistente di toccare involontariamente con uno scalpello un’altra rana distante dalla macchina e notò che tutti i muscoli degli arti si contrassero “come se fossero stati presi dalle più veementi convulsioni tossiche”. Galvani attribuì il fenomeno alla presenza di una elettricità naturale nell’animale che egli collegò “alla fonte primaria della vita”. Fu poi il chimico di Como Alessandro Volta (1745-1827) a dimostrare che il fenomeno osservato da Galvani non dipendeva dall’elettricità naturale dell’animale, ma dal passaggio di elettricità tra due metalli diversi, dove la rana aveva funzionato da rilevatore. A partire da questa osservazione Volta inventò la “pila” che rimase il primo, ed unico vero “produttore” di elettricità continua per molti decenni a seguire. E pensare che ai nostri giorni con le rane ci fanno… la “Sagra della ranocchia”!
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