Il contadino brucia le erbacce nel suo campo.
Le formichine corrono,
frenetiche, s'incrociano,
son là sul davanzale,
Il sole si stiracchia tra le lenzuola d'ovatta,
sospinte dalla brezza pasticciona
scoprendo solo a tratti i caldi raggi che,
senza tregua,
tentano d'abbracciare il mondo.
Sbadigliano i boccioli,
attendono d'aprirsi
per sciorinare al sole i petali del cuore.
Cinguettano sugli alberi, uccelli d'ogni sorta,
il gatto sta a guardare in cerca di un errore,
e sembra che si chieda: perché lui non vola?
Il mare guarda il cielo e ne sposa i colori,
Gli alberi con i rami cercano compagnia,
afferrano un po' di cielo ma è solo fantasia.
Ognuno pensa a sé ma vive anche per gli altri.
Eppure l'universo così meraviglioso,
da noi sovente è ignorato
e sembra che tutto ci sia dovuto,
troppe le volte che diamo per scontato:
un'alba oppure un tramonto,
E mai ci domandiamo se tanto meritiamo.
Viviamo grazie a ciò che ci è concesso:
l'aria che respiriamo
L'acqua che beviamo,
il sole che ci riscalda,
la pioggia che ci bagna,
Il vento che ci asciuga e ci abbraccia senza pretese,
le piante che ci nutrono…
senza mai domandarci:
come faremmo a vivere se loro non ci fossero?
Cosciente esulto e ringrazio dicendo ogni mattina:
Che bello risvegliarsi insieme alla natura,
che bello risvegliarsi nella città infernale,
che bello risvegliarsi e dirsi: che fortuna,
ancora un giorno mi bacia e vivo
è il mio risveglio!
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