La zucca, con la sua forma bizzarra e talvolta poco piacevole, ha sempre ispirato paragoni molto impietosi, ad esempio con l’estremità pensante dell’uomo. Ci sono zucche che raggiungono il metro di lunghezza o i 20 kg di peso, o addirittura i 60 kg. Ecco spiegato il perché nella leggenda popolare s’incontrino spesso gnomi, fate e Cenerentole che abitano dentro zucche ammobiliate. I gusci vuoti delle zucche sono serviti da recipiente naturale per tutti i popoli agricoltori del mondo, dai Sumeri ai nostri pastori del Gennargentu, che hanno saputo farne cesti, cestini, scatole, strumenti musicali, oltre a borracce da acqua o da vino.
Fiorisce solamente negli orti, la più nota e diffusa è la Cucurbita maxima, zucca da inverno, con foglie non spinose a globi rotondeggianti e peduncoli cilindrici e molli, fiori con petali allargati, gialli e semi ovali, contenuti nella polpa. Le varietà della zucca sono tutte in dipendenza della forma, della grandezza, del colore e del sapore del frutto. Semmai è la Cucurbita pepo che, acquistando un posto a tavola, ha anche meritato il proprio nome distinto: zucchina. Nel vostro orto dovete trovare un posto alle Zucche e alle Zucchine: si tratta solo di saperne poi trovare l’utilizzazione pratica, ornamentale, oppure culinaria.
La cuoca conosce bene le Zucchine, ripiene, lesse, in minestrone; i fiori asessuati che si tolgono, vengono tradizionalmente fritti dorati; anzi, vi do un consiglio per farli apprezzare di più: riempiteli, prima di friggerli, con una fetta di mozzarella e un filetto di alice. Ma, anche la ordinaria Zucca può essere utilizzata in vari modi: per la preparazione dei ripieni dei tortelli emiliani o lombardi, nei risotti o gratinata. Può essere presente sulle vostre mense: la digeribilità e le proprietà nutrienti e rinfrescanti, emollienti e sedative, fanno della zucca un alimento molto sano, nonché economico. A proposito di ricette, mi viene ora in mente una ricetta che si tramanda nell’Ordine Francescano e pare risalga addirittura all’ameno cuciniere improvvisato fra’ Ginepro, ricetta che oggi prende il nome di: “Zucca al canavaccio”. Si prende una zucca gialla ben matura, la si monda dalla corteccia, si taglia a fette sottili e, quando l’acqua bolle in pentola, si getta dentro insieme con un pizzico di farina. Dopo mezz’ora di cottura, la zucca bollita si passa al canovaccio pulito, si strizza forte sopra la stessa pentola, quindi, aperto il canovaccio, si dà alle galline ciò che vi è restato dentro; l’acqua della pentola si getta nel secchio dei maiali... A questo punto, risata obbligatoria! A parte questi scherzi da frate, devo dirvi, con molta serietà, che la zucca contiene le vitamine A, B1, B2, B6, C, PP, inoltre, carotene, calcio, ferro, fosforo, magnesio, potassio, sodio, zolfo. È utile per combattere la stitichezza, l’astenia e l’uricemia. Per la conservazione le zucche a uso alimentare, per cuocerle al forno e mangiarle con la polenta, basta metterle al sole. Per conservare invece le zucchine, occorre prepararle o sottaceto o sottolio, scegliendo quelle non ancora ben sviluppate. È possibile conservare le zucchine nel surgelatore, così mantengono per diverso tempo la loro freschezza, come se fossero state colte allora dall’orto.
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