lunedì 9 ottobre 2017

SICILIA E SARDEGNA: NON SOLO MARE

Noto, “il giardino di pietra”

Si distingue per la densità culturale dei monumenti, adorna com’è di edifici barocchi e di chiese fastose, a cui anche la posizione scenografica e le scalee maestose conferiscono teatrale grandiosità. Bellezza nata dall’orrore di un terremoto: abbandonata dopo il sisma del 1693, la città fu ricostruita nel 1703 e la pianta fu sviluppata secondo moderni criteri urbanistici.
Alla ricostruzione parteciparono i più influenti architetti siciliani del tempo fra cui Rosario Gagliardi, Paolo Labisi e Vincenzo Sinatra, i quali coadiuvati da maestranze locali, crearono la nuova città inserendola in un’affascinante quinta scenografica e realizzando questo Giardino di pietra, come la definì lo storico dell’arte Cesare Brandi. Rigogliose volute barocche fissate nella morbida pietra locale per innalzare imponenti palazzi nobiliari, chiese che si elevano agili verso il cielo, monasteri, piazze e fontane che rimandano all’essenza dell’architettura barocca: la meraviglia. Notevoli, il duomo (restaurato dopo il crollo del 1996), S. Domenico, il Crocifisso, S. Chiara, S. Francesco (XVIII secolo). Si ricordano inoltre il convento del Salvatore (Museo Civico), il palazzo Ducezio (Comune) e il palazzo Nicolaci di Villadorata (Biblioteca comunale). Il patrimonio monumentale della città, è compreso nella lista dei beni protetti dall’Unesco. I palazzi di Via Nicolaci furono progettati ricorrendo all’espediente barocco della base inclinata, in modo da esasperare la prospettiva e ingannare l’occhio, incapace di comprendere la reale lunghezza della strada.

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