sabato 25 giugno 2016

SPOSARSI


Per quelli della mia generazione, era la cosa più normale del mondo: crescevi, studiavi, magari trovavi un lavoro e poi ti sposavi. Uscire da casa e iniziare la tua vita da adulto passava attraverso il passo del matrimonio. Non ho mille anni eppure quella normalità sembra davvero lontana. Ce lo raccontano le cifre: nel 1971 venivano celebrati 7 matrimoni su 1000 persone, oggi se ne celebrano poco più di 3-4. E ci si sposa sempre più tardi: l’età media al primo matrimonio per gli uomini è di 34 anni, per le donne di 31. Quando si era sposata mia mamma, a 25 anni, passava per non proprio giovanissima, quando mi sono sposata io, alla stessa età, mi sentivo un “enfant prodige”. E Paola, fresca di matrimonio, con i suoi 32 anni si sente ora una ragazzina. “Non sono abbastanza grande per il matrimonio” commentava in un’intervista una ventisettenne: ma non è che si rischia di arrivare all’altare (anzi, sempre di più, in municipio) alla soglia della terza età? Che peccato, potesse servire a qualcosa lo ripeterei fino alla nausea ai ragazzi: sposarsi è la cosa migliore che possiamo fare, se lo facciamo con la testa, e con il compagno giusto. Decidere di unire la nostra vita con la persona che amiamo, rispettiamo, abbiamo piacere di avere vicino, con la persona che ci fa ridere e ci fa compagnia, che ci incoraggia, ci sostiene, ci vuole bene, è certamente una scommessa, ma è anche un’occasione stupenda per aprirsi a una vita mai vista prima. Fatta di normalità e di emozioni grandissime, come, se tutto va bene, la nascita dei propri figli… Sposatevi, sposatevi, sposatevi… e non aspettate di avere i soldi per la cerimonia. I matrimoni più avventurosi sono quelli dove la sposa ha scelto l’abito il giorno prima delle nozze o il ricevimento si è tenuto con un picnic sull’erba… I matrimoni più belli sono quelli dove lo sposo e la sposa ci credono, tutto il resto è davvero un di più. E convivere? Non fatevi ingannare: non è assolutamente la stessa cosa. Un conto è promettersi il per sempre: se non altro l’impegno viene preso. Un altro è dire “proviamo”, si parte già con il piede sbagliato, la possibilità della sconfitta, della rottura è non solo contemplata ma preventivata… Non si può stare bene in una situazione di prova, nella vita abbiamo bisogno di qualche piccola certezza. E il matrimonio è quella certezza che ti sostiene anche nei momenti no, il puntello, l’impalcatura. Per continuare a costruire un rapporto, giorno dopo giorno.

Tratto da un testo di R. Florio

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