Il gelato ha parlato fin dalle sue lontane origini una sola lingua: l'italiano. E fu un italiano a cambiare per sempre il modo di gustarlo. L'emigrante Italo Marchioni, marchigiano d'origine, ricevette negli USA il brevetto del cono gelato. Era il 13 dicembre del 1903.
Marchioni era già conosciuto per le strade di New York, dove vendeva ghiaccioli al limone serviti ai clienti dentro bicchierini di vetro. La necessità di sostituire i bicchierini di vetro - che finivano per rompersi o che i clienti dimenticavano di restituire - portò inizialmente all'intuizione di un foglio di carta a forma di cono, utilizzato come contenitore del gelato.
Visto il successo che il gelato da passeggio riscuoteva nei clienti, s'impegnò a individuare un supporto commestibile che si sposasse perfettamente con il sapore del gelato. La soluzione fu una cialda da piegare a forma di cono, nel momento in cui era ancora calda. La successiva concessione del brevetto accreditò Marchioni come l'inventore del cono gelato.
Riferimenti storici a forme approssimative di cono gelato sono presenti nei libri di ricette della scrittrice inglese Agnes Marshall (1888) e ancora prima nel XVI secolo, sotto Caterina de' Medici, con l'uso di gustare i gelati insieme ad ostie di pane.
La diffusione su scala industriale dei coni iniziò a partire dal 1912, con i coni che venivano arrotolati a mano. L'introduzione di una macchina in grado di effettuare tale operazione (brevettata da Frederick Bruckman, originario dell'Oregon) segnò la svolta, costruendo il successo della società Nabisco, ancora oggi tra i principali produttori di biscotti e snack del mondo.
Altra geniale intuizione fu quella di un certo Spica, titolare di una ditta napoletana produttrice di gelati. Per risolvere il problema del cono che diveniva fradicio al contatto prolungato con il gelato, ideò uno strato isolante all'interno del cono, composto di olio, zucchero e cioccolato.
Nel 1960 registrò il brevetto con il nome di "cornetto", destinato a diventare una variante di successo del gelato grazie alla multinazionale anglo-olandese Unilever, che rilevò la ditta Spica e vendette il cornetto in tutto il mondo attraverso il marchio Algida.
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