Aretusa era una delle ninfe che vivevano nell'Acaia (Grecia). Aretusa era considerata una ninfa bella, sebbene non fosse né superba né vanitosa; quando riceveva dei complimenti arrossiva e si faceva una colpa delle sue doti fisiche, che attiravano tanti giovani.
Un giorno mentre tornava stanca dalla foresta di Stinfàlo, si fermò nella riva di un fiume trasparente, sul cui fondo brillavano tanti sassolini. Decise di farsi un bagno: si spogliò e appese le vesti a un ramo di salice piangente.
Mentre nuotava beatamente, sentì uno strano bisbiglio; spaventata, corse a riva. La voce che aveva sentito era quella del fiume Alfeo, in cui si stava bagnando. Alfeo prese sembianze umane e la seguì, mentre lei cercava di fuggire di corsa, senza essersi neanche rivestita
Dopo aver corso tanto, alla fine Aretusa, stranca, chiese aiuto alla dea Diana, la quale, er aiutarla, coprì il suo corpo con una nube. Alfeo continuò a gironzolare intorno alla nube sperando di vederla. Spaventò tanto Aretusa che, sudando, perse tanta acqua, che andava a depositarsi ai suoi piedi, formando un laghetto. Alla fine la ninfa si trasformò in acqua. Alfeo, per amore suo, abbandonò l'aspeto umano che aveva adottato e tornò ad essere una corrente per potersi mescolare a lei.
La dea di Delo formò una voragine sotto i piedi della fanciulla; Aretusa sprofondò nelle caverne sotterranee e giunse fino a Ortigia, dove salì in superficie e divenne una fonte.
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