La tessitura è la professione di chi si dedica ad allestire un tessuto. Questo mestiere risponde ad un’esigenza vitale, perché ogni creatura umana ha il bisogno di coprirsi non solo per proteggersi dai cambiamenti del clima, ma anche per un inalienabile diritto alla privacy, che fa parte della sua dignità. La storia della tessitura, come è intuibile, accompagna fin dagli inizi lo sviluppo dell’umanità ed è ampiamente documentata dagli scavi archeologici e da una moltitudine di altre testimonianze che attestano quanto questo problema abbia da sempre sollecitato l’uomo nella sua intelligenza e nella sua abilità. Per svolgere questo lavoro l’ingegno umano si è servito di strumenti che vanno dai più semplici ai più complessi e sofisticati. Gli strumenti essenziali di un tessitore (o tessitrice) sono: un arcolaio, che permette di dipanare le matasse di filo trasformandole in rocchetti o gomitoli, e un telaio dove si predispone l’ordito, cioè l’insieme dei fili che costituiscono la parte longitudinale del tessuto, un filo trascinato da una spoletta che corre trasversalmente all’ordito detto filo di trama, e il subbio, cioè l’insieme del tessuto in formazione con un cilindro dove quest’ultimo si avvolge. Per ottenere l’intreccio che forma la tela, bisogna dividere i fili dell’ordito in pari e dispari; aprendo le due serie alternativamente, si ottiene un varco nel quale si inserisce la spoletta (o navetta), che porta il filo di trama, e così si forma l’intreccio che costituisce il tessuto (la tela). Questo è il meccanismo nelle sue linee essenziali, che può ottenersi in tante varianti, pur partendo dallo stesso principio. Nel corso dei secoli, l’uomo, con la sua creatività, ha sempre cercato di migliorare i manufatti e velocizzare il lavoro costruendo impianti e macchinari che hanno impiegato una larga parte della popolazione nel settore tessile, fino a quando la rivoluzione industriale ha fatto battere in ritirata anche il piccolo telaio domestico.
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