Umani e animali possono raggiungere un ottimo compromesso senza danneggiare la natura, come accade al bruco Billy, protagonista di questa bella favola di Maria Cerbelli...
Billy era un bruco verde e viveva dentro una mela nel mezzo di un meleto. La sua esistenza trascorreva semplice e tranquilla, tra lunghe passeggiate sugli alberi e gioghi su altalene di foglie. Tutte le mattine, appena sveglio, indossava un bel cappello di paglia e osservava con aria soddisfatta il suo bel meleto. Il pomeriggio invitava sempre qualche amico a prendere il tè, e di sera si sdraiava su un ramo e suonava una vecchia armonica.
Ma un brutto giorno, all’alba, tra i meli cominciarono a udirsi rumori minacciosi. Billy sbirciò dalla finestra e sussultò dallo spavento quando vide cinque omoni baffuti che si aggiravano nel meleto con aria inquietante. “Ah, quante belle mele succose!”, dicevano con voce cattiva. “Le venderemo al mercato della città e diventeremo ricchi!”. E subito dopo presero a staccare tutte le mele e a raccoglierle in grandi sacchi. Stacca la prima, stacca la seconda, ben una decina di case degli amici di Billy furono catapultate nei sacchi sotto gli occhi esterrefatti del nostro amico! D’un tratto uno degli omaccioni afferrò una mela e la osservò con attenzione. “Che schifo!”- urlò – “Ma queste mele sono piene di vermi!”
“Cosa!?”, fecero eco gli altri.
“Guardate anche voi!”, rispose quello. In effetti erano marce! E come poteva essere diversamente, se quei frutti erano le case dei bruchi? “Maledetti vermi! Adesso, per cacciarli, dovremo riempire il meleto di veleno!”
A quelle parole, Billy perse le staffe! Passi per le urla e la prepotenza, ma di veleni che avrebbero inquinato il suo villaggio non voleva sentirne parlare. Così, con tutto il coraggio che aveva in cuore urlò d’un fiato: “Ehi, voi! Si può sapere perché state distruggendo il nostro villaggio?”
I cinque uomini cominciarono a grattarsi la testa e a guardarsi tra loro per capire da dove provenisse quella voce.
“Sono qui, mi chiamo Billy e sono un bruco, non un verme!”, aggiunse impettito.
Finalmente uno degli omoni lo vide e, sgranando gli occhi, lo indicò agli altri.
“Per tutti i meleti di Valle del Pomo!”- esclamarono in coro – “Un verme che parla!”
Billy proprio non ci vide più e divenne tutto rosso di rabbia! “Noi siamo bruchi!”- urlò di nuovo – “e abbiamo intenzione di difendere le nostre case dalla vostra sete di denaro!”. Allora il più anziano dei cinque uomini gli chiese: “Di quali case parli?”
“Di quali case parlo!?” – disse Billy ancora più arrabbiato – “Ma delle mele, no?”
“Le mele sarebbero le vostre case!?”, rispose quello tra l’incredulo e il sarcastico. Gli altri, burlandosi del bruco, cominciarono a ridere e sputacchiare di qua e di là, da veri maleducati. “Le mele sono nostre, e voi vermi da qui dovete sloggiare se non volete morire soffocati dai pesticidi!”
Billy non poteva sopportare quella arroganza: così, muovendosi con la solita andatura a fisarmonica, con un gesto eroico si lanciò dal ramo e finì sulla testa di uno degli omaccioni. Poi gridò: “Non vi permetterò di distruggere le nostre case!” E diede un morso a quel testone.
“Ehi!” – esclamò l’omone passandosi la mano sul capo – “Adesso state esagerando!” E, afferrata un’accetta, diede due colpi all’albero di Billy con l’intenzione di farlo cadere.
“No, non così!”, disse il più anziano bloccandogli il braccio. “Se fai cadere l’albero rovinerai anche i nostri interessi! Piuttosto, ascoltiamo il ver… ehm, il bruco, e vediamo cosa vuole”. Detto ciò, prese Billy nel pugno della sua mano e disse: “Noi siamo contadini e abbiamo bisogno di raccogliere le mele. Dicci cosa volete voi bruchi, così cercheremo di raggiungere un accordo”.
Billy rispose: “Noi vorremmo solo che il meleto non fosse avvelenato e che le nostre case non venissero distrutte.”
“Ma noi dobbiamo raccogliere le mele per venderle al mercato” – rispose l’omone – “e nessuno le acquisterebbe mai, marce come sono!”
Billy capì le ragioni dell’uomo e pensò che fosse il caso di trovare una soluzione pacifica. Così, schiarendosi la voce, disse: “Faremo in questo modo: voi ci lascerete un solo albero di mele, dove noi ricostruiremo le nostre case e vivremo in pace. Noi, dal canto nostro, ci impegneremo a lasciare i frutti che occupiamo ora e a trasferirci, però nessuno dovrà più disturbarci”.
All’omaccione quella soluzione sembrò giusta, e anche i bruchi furono d’accordo. Così Billy e i suoi amici si trasferirono sul nuovo albero dove ricostruirono il loro villaggio, mentre gli omoni furono liberi di raccogliere le altre mele e venderle al mercato. Umani e animali erano riusciti a raggiungere un ottimo compromesso senza danneggiare la natura. Billy, dal canto suo, aveva dimostrato grande forza d’animo e tanta diplomazia, così gli altri bruchi decisero di nominarlo capo del villaggio.
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