Una volta nelle città, e nei paesi un po’ più grandi, c’era la “bottega del lattaio”, con qualcuno che faceva anche il servizio di portare il latte per le case. Altre volte c’erano produttori di latte in piccolo, a livello familiare, che portavano a domicilio questo prezioso alimento. Ecco la figura del lattaio che la mattina prestissimo inforcava la sua bicicletta, ai lati della quale pendevano due o più grossi contenitori di latte (è stato chiamato anche il “mestiere in bicicletta”) e cominciava il suo giro. Davanti alle porte che lui sapeva, fermava la sua bicicletta, l’appoggiava sul cavalletto o al muro di casa, riempiva i recipienti che aspettavano in bella mostra davanti alla porta, risaliva in bicicletta e via, verso un’altra casa. Talvolta c’era qualcuno ad aspettarlo con i recipienti in mano: un “Buongiorno!”, riempiva la bottiglia o il bricco che gli veniva presentato, un saluto e via! Se c’erano dei bambini, un buffetto sulla guancia o una carezza, e via con un sorriso… C’erano altri bambini ad aspettare… Una figura discreta, misurata, che stemperava un po’ la fretta di smerciare il suo latte, con affabilità e simpatia. Era vitale per lui arrotondare i magri e incerti 1guadagni che offriva la terra. Qualche volta portava anche un po’ di ricotta, per la gioia dei più piccoli. Il latte, a quei tempi, era considerato 1un alimento prezioso che giungeva direttamente dal produttore, senza essere trattato. Le nostre mamme sapevano che poteva portare infezioni o malattie, allora lo facevano bollire ogni volta che lo si metteva in tavola. Oggi c’è il latte a lunga conservazione che ha facilitato enormemente il consumo di questo prodotto ed ha mandato in pensione anche il mestiere del lattaio. Ma la sua figura rimane ancora stagliata nella nostra memoria con una velatura di nostalgia.
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