sabato 15 aprile 2017

MICHELANGELO E LA SUA ULTIMA OPERA


La “Pietà Rondanini” è un’opera marmorea di Michelangelo Buonarroti, in verità essa è la sua ultima opera, una delle più commoventi e coinvolgenti. È quella che stava scolpendo al momento della sua morte ed è l’ultima di una serie che lo scultore aveva creato per il proprio monumento funebre. Fu acquistata, nel 1744, dai marchesi Rondanini, di qui il nome, e collocata nel cortile del loro palazzo romano. Michelangelo eseguì una prima versione dell’opera nel 1552, per poi tornare a lavorarci qualche anno dopo. Inizialmente, egli realizzò un gruppo scultoreo che prevedeva Gesù sorretto dalla Vergine Maria, la quale cerca di sostenere il Figlio prendendolo sotto le ascelle. Ma, quando Michelangelo riprese a dedicarsi a questo lavoro, nel 1554, immaginò uno schema completamente diverso dal precedente. Dallo stesso blocco usato inizialmente, realizzò due figure diseguali: dal corpo della Vergine ottenne una nuova figura di Gesù, e allo stesso modo, dalla vecchia figura di Gesù, ottenne una nuova struttura per il corpo di Maria. La straordinaria abilità dell’artista fa di questo gruppo scultoreo, il cui tema è la “Pietà”, una perfetta mescolanza di parti non finite e parti elaborate come il corpo di Maria e il volto di Gesù e riesce a esaltare il rapporto madre-Figlio grazie al busto di Gesù che è appoggiato su quello di Maria, quasi a formare un unico corpo. Inoltre, se si osserva l’opera di lato, si nota come uno slancio verso l’alto di tutta la composizione, che simboleggia la morte attuale e la prossima resurrezione di Cristo, e riesce a far percepire una grande tensione emotiva.

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