La Bibbia racconta che Noè, quando uscì dall’Arca, essendo agricoltore, cominciò a piantare una vigna, ne bevve il frutto e si ubriacò (Nm 9, 18 ss). Per questo Noè è considerato l’inventore del vino. Il che è molto improbabile. Il vino, infatti, è un prodotto che dovrebbe aver richiesto diverse tappe (qualcuna anche fortuita) di avvicinamento. Bisogna considerare, inoltre, che Noè è una figura che richiama molteplici valori e disparati contesti simbolici: egli è l’ultimo dei patriarchi antidiluviani e, nello stesso tempo, il nuovo capostipite del genere umano (vigna e vino sono segno di prosperità e di gioia); l’autore sacro può aver lasciato traccia delle tensioni tra civiltà dei cacciatori e degli agricoltori, non richieste giustificazioni a certe situazioni socio-culturali di fatto, segnali di pericolo verso gli effetti del vino che possono essere devastanti... Tuttavia è interessante constatare che l’episodio di Noè si pone all’indomani di quel diluvio che aveva portato l’Arca ad arenarsi sul monte Ararat, cioè proprio in Armenia, dove sembra abbiano avuto origine la vite domestica e il vino.
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