venerdì 23 dicembre 2016

IL CARNEVALE


Carnevale e Quaresima sono due toni della vita contrapposti, ma l’uno non può essere senza l’altra e viceversa. Nel Medioevo cristianizzato era forte il senso del peccato; la stessa dottrina cristiana elaborò un ordine di sette peccati capitali: tre erano vizi dello spirito – orgoglio, ira, invidia – quattro vizi della carne – avarizia, gola, lussuria, accidia – e nel tempo gola e lussuria cominciarono ad acquisire un peso maggiore.

Nel Medioevo accanto alla sensibilità e percezione dei peccati s’impose la necessità della penitenza che poteva assumere le maniere più diverse. La Quaresima (lat. quadragesima, “quarantena”) si configurò fin dai primi secoli del Cristianesimo come un periodo di penitenza e di digiuno in preparazione alla festa della Pasqua. L’uso di osservare la Quaresima è documentato dal Concilio di Nicea (anno 325; can. V), ed era vario da Chiesa a Chiesa prima di raggiungere il simbolico numero di 40 giorni, tanti quanti Gesù si era ritirato nel deserto. La Quaresima ha, dunque, una sua specifica origine cristiano-penitenziale come tempo religioso di purificazione. Ben più complessa l’origine del Carnevale che, per le sue caratteristiche di sfrenato divertimento e di eccessi alimentari e quant’altro, affonda, secondo alcuni, le sue remote radici in riti e feste pagane legati al rinnovarsi della stagione ed all’auspicio di fertilità (Saturnali… ). Se non ne è una continuazione diretta, ha comunque in comune con quelli molte caratteristiche: il travestimento, l’uso delle maschere, lo sfogo di atteggiamenti repressi. Diffuso in tutte le città d’Europa, con modalità e forme diverse, questo periodo di “baldoria” terminava il Martedì Grasso, ultimo giorno in cui si poteva mangiare carne a volontà, dopo di che essa doveva essere eliminata dalle tavole di tutti. La percezione che nel Medioevo si ebbe di questi due momenti annuali contrapposti emerge con particolare chiarezza da una sorta di genere letterario che erano le “battaglie” tra Quaresima e Carnevale. Tale è un testo francese del Duecento in cui la Quaresima è armata di pesci e latticini, il Carnevale sfoggia carni alla griglia, salsicce, porzioni di cervo, tranci di maiale… La contesa si conclude con la vittoria del Carnevale cui verrà data la possibilità di poter mangiare ogni giorno carne e pesce. Questo tema ebbe successo tanto che riappare in tutto il suo fulgore nel celebre dipinto di Pieter Bruegel il Vecchio.


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