Anche le famiglie più povere cercavano, per Natale, per quanto possibile, di rimediare un buon pranzo, un ceppo per il camino e qualche dolce per i bambini di casa.
I giorni precedenti il Natale nelle famiglie si faceva un po’ di ordine in casa, si cambiavano le lenzuola, uomini e bambini si tagliavano i capelli , (lavoro che di solito faceva una donna della famiglia (da noi la mia nonna) e si facevano le pulizie personali.
Molti, soprattutto gli anziani, facevano il bagno solo per Natale e per Pasqua, ma anche gli altri di casa non è che lo facessero molto più spesso, soprattutto l’inverno.
Scaldavano l’acqua nel paiolo sul fuoco del camino e la trasportavano nella mastella del bucato nella stalla:
si lavavano lì, visto che era il luogo più caldo della casa, e spesso più di uno nella stessa acqua.
Il pranzo di Natale, nella campagna di una volta, era spesso abbastanza modesto:
consisteva il gallina in brodo e tagliolini, ma anche cappone per chi poteva permetterselo con cappelletti o pasta " lorda"... Almeno il pane doveva essere abbondante e solitamente non mancava la classica ciambella, il dolce tradizionale delle Feste.
Il pomeriggio e la sera si passava in compagnia di amici e parenti a giocare a carte o a mangiare brustolini, ed era festa grande se c’erano cantarelle dolci o castagne arrosto con un bicchiere di vino, o meglio vin brulè, che scaldava e faceva allegria.
Già la cena della sera rientrava nella normalità di tutti i giorni , le donne non lasciavano per molto la rocca e filavano anche quel giorno fino a tardi, perché come dice un proverbio: “ Chi di Nadel non fila, di Carnevèl suspira” , cioè chi ha tempo, non aspetti tempo, festa o non festa che sia.
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