Mi pigliava sempre un po' di malinconia in questo periodo.
La campagna era spoglia, fredde le case, il gelo imperversava.
Solo il fuoco illuminava ambienti e cuori. Ci si stava tutti rannicchiati intorno, come fosse un'entità con un'anima propria.. e difatti era così, il fuoco danzava una danza speciale che faceva del periodo, nonostante il poco calore intorno , quello più bello dell'anno, perchè l'attesa della nascita del “Creatore”, come diceva nonna, era per tutti la vita stessa, che come ogni anno si rinnovava.
La bellezza in quelle case, le nostre case spoglie con le sedie di paglia spesso sgangherate, non c'era, ma quanta ce n'era in quegli occhi di vecchi che sonnecchiavano davanti alle fiamme e si perdevano in chissà quali pensieri.. o almeno io ce la vedevo.
Vedevo i giovani che erano stati, vedevo luccichii di amori persi in periodi antichi, che forse in quei particolari momenti, tornavano fuori attraverso le fiamme e la concentrazione che il periodo stesso portava.. chissà se anche loro avevano quell'emozione che provavo io, quella malinconia, ma dolce quasi consolatoria, che mi invadeva tutta e mi faceva battere il cuore nel pensiero di che.. non lo sapevo.. di quel mistero più grande di me, che non capivo bene, ma si fermava nel presepe che in quei giorni avrei allestito, si rifletteva negli specchi del salotto in forma di albero addobbato, pieno di luci e palle colorate... si bloccava sulle cartoline coi brillantini che mi portava il postino.
Solo avevo io, da bambina, questi surrogati d'amore, che tanto mi servivano per ampliare le emozioni che invece erano, quelle si, grandi e immense.
In tutte queste piccolezze, ributtavo il mio sentire, e mi perdevo per ore ad osservare tutti i miei manufatti, perchè anche allora, anche da bambina , mi preparavo il Natale da sola.. me lo preparavo e poi lo aspettavo ansiosa, anche se da aspettare in realtà non avevo niente.. difficilmente arrivavano regali, difficilmente arrivavano i miei.. io e nonna eravamo a Natale, spesso sole come tutto il resto dell'anno, ma .. ma con emozioni che avrebbero riempito il carico delle renne natalizie più di qualsiasi dono.
Avevamo, me e lei, il dono dello star bene insieme, che è un bene prezioso, perchè difficilissimo da trovare.
Questo dono è il più grande che esista e mi ha riempito l'esistenza dalle tante mancanze che ho avuto, più di quello che mai avrei immaginato.
E' ciò che mi porto dietro da sempre , che mi ha salvato dalle avversità , che ha lenito i momenti dolorosi e strazianti che l'esistenza comporta.
Una pienezza d'amore che nemmeno sapevo di avere, e che dicembre, come sempre mi ripropone e mi fa sentire, nonostante il gelo.
Un calore spesso, denso, ricco anche di malinconia, ma vivibilissima perchè piena di vita.
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