"I veri amici non si devono far vivi nei momenti di prosperità, ma nei momenti di fatica e di bisogno"... è la morale di questa significativa favola di Esopo...
Un fabbro batteva il ferro. Il suo cane dormiva disteso in un canto, senza scuotersi ai colpi che il padrone batteva sull’incudine.
Di quando in quando il fabbro interrompeva il suo lavoro; si passava il dorso della mano sulla fronte lucida, guardava il cane, lo chiamava:
- Toh, vieni qua!
Il cane muoveva appena un orecchio, ma non apriva gli occhi.
Il fabbro riprendeva il lavoro. Il cane seguitava a dormire. A mezzogiorno la figlia del fabbro venne con la sporta del mangiare. La posò in terra e con attenzione tirò fuori una ciotola con la minestra. Nel porgerla al padre, ella fece appena tintinnare il cucchiaio sul metallo.
A quel lieve rumore, il cane rizzò tutti e due gli orecchi; aprì gli occhi e fece un balzo verso il suo padrone. La bambina gli fece una carezza, ma il fabbro lo respinse:
- E’ un cattivo compagno – disse sorridendo. - Quando lavoravo, i colpi del martello non lo svegliavano, ma all’ora del pranzo è bastato il rumore del cucchiaio per farlo balzare su.
E poiché la bimba mostrava di non capire, il fabbro continuò:
- I veri amici non si devono far vivi nei momenti di prosperità, ma nei momenti di fatica e di bisogno!
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