L'agilità della lepre contro l'ingegno del riccio...
in questa bella favola di Lev Tolstoj...
Una lepre incontrò un riccio e gli disse ridendo: – Riccio, saresti bello se non avessi quelle zampe storte che s’impigliano sempre l’una nell’altra.
Il riccio, offeso, rispose: – Che cos’hai da ridere di me? Le mie zampe storte corrono più in fretta delle tue che sono diritte. Lascia solo che io passi da casa, e poi faremo una corsa.
Il riccio andò a casa e disse a sua moglie: – Abbiamo fatto una scommessa io e la lepre: vogliamo vedere chi correrà più in fretta.
- Devi proprio aver perduto la testa! -rispose la moglie.
- Tu misurarti con una lepre? Essa ha i piedi agili, e tu li hai contorti e pesanti.
Ma il riccio replicò: - Se la lepre ha agili i piedi, io ho agile il cervello! Fa’ quello che ti dico. Vieni con me nel campo.
Trovarono la lepre in un campo coltivato. Il riccio disse a sua moglie: – Nasconditi in fondo al sentiero: io comincerò qui la corsa con la lepre.
- Quando la lepre sarà in piena corsa, io tornerò indietro, e quando essa sarà vicino a te, esci dal tuo nascondiglio e dille: «lo t’aspetto da lungo tempo! ». Noi ci somigliamo come due gocce d’acqua, e la lepre non si accorgerà di nulla.
La moglie del riccio si nascose in fondo al sentiero. Il riccio e la lepre partirono.
Quando la lepre fu in piena corsa, il riccio tornò indietro e si nascose.
La lepre giunse di galoppo all’altra estremità del sentiero. Che vede? Il riccio è là seduto, e le dice: – Da molto tempo ti aspetto!
La lepre non si accorse che quella era la moglie del riccio, e pensò: « Dio mio, che prodigio! Come ha fatto a sorpassarmi? ». Poi disse ad alta voce: – Proviamo ancora una volta.
- Come vuoi. Rispose il riccio.
La lepre, tornando a gran velocità sui suoi passi, arrivò di corsa al punto di partenza.
Che vede? Il riccio è già là, e dice: – Eh, sorella! Tu arrivi soltanto ora: io sono qui da lungo tempo.
«Che significa questo prodigio?» pensò la lepre. «lo ho galoppato velocemente, ed egli mi ha sorpassato? Andiamo! Tentiamo ancora: questa volta non mi raggiungerà!
Ebbene corriamo! La lepre galoppò fino a perdere il fiato. E che trovò? Davanti a lei, il riccio seduto che la aspettava.
E la lepre continuò a galoppare da un capo all’altro del sentiero, finché non ne poté più.
Si riconobbe vinta e dichiarò che, in avvenire, non avrebbe fatto mai più una simile scommessa.
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