"Non le ricchezze, ma la pace del cuore è la vera gioia!"...
questa favola di Lev Tolstoj ci ricorda che la felicità vera è solo nella coscienza del dovere compiuto e di conseguenza si ha anche il piacere.
C’era una volta un re malato di malinconia: diceva d’avere già i piedi nella fossa, scongiurava di salvarlo, e prometteva metà del suo regno a chi gli avesse portato sorrisi e felicità. I Saggi e i cortigiani si riunirono per cercare il modo di ridare la salute al re. Non erano però capaci di trovare il rimedio. Fu chiamato anche il Vecchio della montagna, un sapientone con tanto di barba bianca, il quale dichiarò: – Bisogna trovare un uomo felice, togliergli la camicia e farla indossare al re. Solo così il re può guarire -.
Il re ordinò di cercare in ogni parte del suo regno un uomo felice, ma le sue guardie girarono a lungo per il vasto territorio senza poter trovare un uomo felice. Non esisteva uno solo che fosse felice. Chi era ricco, stava male; chi era sano viveva nella miseria; chi era ricco e in salute aveva una cattiva moglie o non andava d’accordo con i figli. Qualcosa amareggiava sempre la vita di tutti.
Una sera però, il figlio del re si trovava a passare davanti ad una povera capanna e sentì una voce che diceva: – Ti ringrazio, buon Dio! Ho lavorato, ho sudato, ho mangiato di buon appetito, ed ora mi riposerò tranquillo su questo letto di foglie. Sono proprio felice! -. I servi e il principe immediatamente entrarono nella capanna per prendere la camicia di quell’uomo offrendo monete, oro e titoli in cambio. Il buon uomo si sbottonò la giubba di panni, ma sotto la camicia non c’era. Quell’uomo era così povero che non possedeva neanche una camicia.
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