sabato 17 dicembre 2016

L’OROLOGIO


Fin dalla più remota antichità l’uomo ha usato vari mezzi per misurare il tempo: meridiane e clessidre hanno svolto la loro parte. L’ideazione dell’orologio meccanico nel cuore del Medioevo (il Duecento) si deve ad un intrecciarsi di fattori socio-economici e mentali. È stato asserito che nell’Europa medievale andò affermandosi una mentalità che vedeva nella macchina la soluzione ai problemi posti dall’ambiente, la stessa che con i mulini permise l’applicazione e lo sfruttamento dell’energia idraulica ed eolica. Contrariamente a quanto molti ritengono, il Medioevo fu creativo ed inventivo anche sul piano della meccanica applicata ed è in questo contesto che s’inquadra l’invenzione dell’orologio. Esso nacque quando fu ideato il meccanismo conosciuto come “scappamento a verga con foliot”. Il marchingegno era così concepito: una ruota con un numero dispari di denti, che la trazione di un peso faceva muovere in senso rotatorio, batteva con uno dei suoi denti contro la paletta della verga imprimendo un movimento circolare al foliot fino a che il dente scivolava oltre la paletta lasciando la ruota libera di avanzare. A questo punto un dente dell’altro lato della ruota si trovava a battere contro la paletta ed il processo riprendeva nella direzione opposta. In tal modo il foliot andava avanti ed indietro, mentre i denti della ruota scivolavano oltre le palette uno alla volta. Era quella l’età in cui le città si stavano espandendo rapidamente e la nuova civiltà urbana si veniva affermando con un vigore senza precedenti. Muniti di meccanismi per suonare le ore, gli orologi battevano un tempo uguale per tutti e divennero un bene pubblico di cui, ad esempio, si dotarono nel corso del Trecento città come Padova, Genova, Bologna, Ferrara, Milano. Orvieto vanta il Maurizio (corruzione di ariologium de muriccio), istallato nel 1351 per scandire le ore di lavoro al tempo della fabbrica del Duomo. Il padovano Giovanni Dondi (1318-1389) realizzò un orologio planetario, l’Astrarium, con un meccanismo a scappamento e con bilanciere a ruota.
Gli orologi a molla fecero forse la loro apparizione nei primi decenni del Quattrocento: l’invenzione fu d’importanza decisiva perché rese possibile la costruzione di orologi trasportabili e, più tardi, dell’orologio da tasca.

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