Il mega-esempio di sfruttamento dell’energia idraulica è il mulino. Il termine “mulino” deriva da mola, cioè macina; nel Medioevo si usava anche il termine aquimolus = acqua + mola. A partire dal secolo IX, l’Europa conosce uno straordinario sviluppo, per numero e qualità, di un tipo di fabbrica che gli storici della tecnica sono soliti rubricare sotto il nome di mulino. Non si tratta, tuttavia, solo del luogo in cui, secondo il significato corrente del termine, si trasformano i cereali: il mulino medievale ospita una vasta gamma di attività industriali che va dalla lavorazione della lana e della carta alla produzione della birra, dalla concia delle pelli alla frantumazione delle olive, fino al settore metallurgico, nel quale dominano la lavorazione del ferro e la produzione della ghisa. Mulini per fare tutto!
Cuore di ogni mulino medievale e autentico centro propulsore di esso, è la ruota idraulica il cui movimento rotatorio, generato da un flusso d’acqua, fornisce l’energia necessaria alle diverse fasi di lavorazione. Anche nel mondo antico esistevano mulini ad acqua, ma il loro impiego era limitato data la presenza di mano d’opera a buon mercato costituita da servi e schiavi. Il maggiore salto di qualità nello sviluppo delle applicazioni meccaniche legate all’energia idraulica si ha, tuttavia, con l’introduzione della camma nel sistema di trasmissione del movimento, ciò che consente la trasformazione del moto rotatorio della ruota idraulica in un moto lineare.
Che cos’è la camma? Si tratta di una protuberanza rigida disposta su di un asse rotante che, ad ogni rotazione, impegna una protuberanza corrispondente collocata su di un albero che può muoversi solo secondo il proprio asse. A ogni contatto fra le due camme l’albero viene prima sollevato e poi lasciato cadere. La camma nell’Europa medievale conosce una grandissima fortuna e gioca un ruolo determinante nello sviluppo dell’industria e dell’economia in genere. Basti pensare che oggi qualsiasi automobile è dotata di un albero a camme.
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