Circa 600 anni fa nacque a Magonza Johannes Gutenberg (1400 circa-1468) della cui vita poco si sa. Sicuramente, però, essendo figlio di un nobile, ricevette un’ampia educazione. Al nome di Gutenberg è legata l’invenzione della stampa a caratteri mobili. Invenzione medievale rivoluzionaria che permise la produzione veloce di un gran numero di copie di libri, contribuendo al processo di democratizzazione della cultura grazie ai costi contenuti di realizzazione dei volumi.
Sin dal tardo XIV secolo si conosceva in Europa la stampa su carta da tavole incise di legno, ma l’invenzione di Gutenberg andò ben oltre. Egli ebbe l’idea geniale di fabbricare le matrici di ogni singola lettera dell’alfabeto per poter stampare un qualsiasi testo combinandole nei vari modi possibili, componendo e scomponendo i testi, riutilizzando gli stessi caratteri per altre composizioni.
I singoli elementi di un testo (lettere, numeri e segni d’interpunzione) venivano incisi su dei punzoni di metallo duro. Questi punzoni servivano a loro volta per incidere le matrici con le quali si potevano fondere (con una lega di piombo, stagno ed ammonio) i singoli caratteri tipografici risultanti a rilievo come il punzone.
Disponendo su un’intelaiatura, uno accanto all’altro, questi caratteri, si poteva comporre l’intero testo. In questo modo si otteneva il negativo della pagina. Tali negativi, una volta spalmati d’inchiostro, venivano impressi su fogli di carta bianchi tante volte quante erano le copie desiderate della pagina. A questo punto i caratteri venivano recuperati, divisi lettera per lettera e riutilizzati per comporre il negativo di un’altra pagina. In seguito le pagine stampate venivano rilegate a formare il libro.
Tra il 1454 e il 1455 Gutenberg pubblicò, in circa 180 copie su carta, la prima edizione a stampa della Bibbia.
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