domenica 6 novembre 2016

Le osterie:


un posto per soli uomini ...

Le osterie di un tempo erano frequentate soltanto dagli uomini, di solito di sera e nei pomeriggi festivi.

L’oste stava dietro al suo bancone, in fondo alla stanza sempre fumosa , con un grembiule vagamente pulito alla vita intento a versare il vino richiesto nei misurini di vetro o nelle “mezzette piombate” col timbro dell’ufficio metrico.

A fianco teneva lo scaffaletto delle carte da gioco, e faceva i conti col gesso spesso sul piano del bancone, sul quale ogni tanto passava uno straccio, anch’esso poco pulito.

Alcune osterie avevano il gioco delle bocce sotto una pergola ombrosa e i giocatori si sfidavano in epiche partite che avevano come posta regolarmente il litro di vino, seguiti dagli apprezzamenti o dalle critiche degli spettatori.

In altre si poteva trovare anche da mangiare: 

cibi semplici , intingoli di coniglio, umidi, trippa, minestre con fagioli o ceci, formaggio e salame, cibi che ben si accompagnavano con un bel bicchiere di vino rosso.


L’Osteria del villaggio

C'è un profumo

che nasce dalle crepe antiche del piccolo casolare,

a ridosso dell'osteria;

un inebriante aroma

di verdure saltate e abbracciate

delle costolette fumanti e dorate,

il vino che scola allegro,

al punto da risplendere

del gioiello antico

del sapore toscano;

ecco ogni piatto

che balla sulla tovaglia a scacchi,

cantando un'antica melodia

che vola

tra le feritoie e gli scorci

di un villaggio eterno

e battuto dalle pietre sagge

di una chiesa ancor più sapiente

delle fondamenta di un castello

Luigi Ciampolini

Nessun commento:

Posta un commento