Un tempo non c’erano frigo e celle refrigeranti per conservare la carne e altri materiali deperibili, così la maggior parte dei paesi si dotava di una o più “conserve” neviere, adatte a questo scopo.
Era una specie di grotta sotterranea, rivestita di mattoni: si entrava da una galleria in fondo alla quale si apriva una porta che dava su un grande vano a forma di salvadanaio, con il soffitto a cupola al quale era appeso un paranco.
Questa neviera e profonda 4 mt.e larga 20, e conteneva fino a 200 carri di neve.
Tutti gli anni si sperava che nevicasse abbastanza per riempirla di neve, altrimenti si doveva comprare e si portava giù pressata nei sacchi coperti di paglia dal monte,sui carri trainati dai buoi, e non poche volte arrivava mezza sciolta e inutilizzabile.
La neve veniva ben battuta in modo da formare un rivestimento di ghiaccio intorno alle pareti, poi la si copriva con un’erba, l’”Erba Brujòina” che veniva raccolta nelle Valli e sopra, coperta da teli ,si metteva la carne macellata.
In questo modo, la neve pressata durava per tutta l’estate e a mano a mano che si scioglieva l’acqua che si formava veniva raccolta nel fondo fatto a fiasca e tramite una botola scaricata in una fossa esterna.
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