venerdì 3 marzo 2017

IL CAVOLFIORE

ll cavolfiore è originario del Medio Oriente.

Si è diffuso, in seguito, nell'area mediterranea e dell'Atlantico. Coltivato fin dall'antichità, era considerato dai greci una pianta sacra. Dai romani, invece, veniva utilizzato come pianta medicamentosa per curare le più svariate malattie e si dice fosse consumato crudo prima dei banchetti per aiutare l'organismo a proteggersi meglio dall'alcool. 

Nel XVI secolo, il cavolo veniva usato come lassativo, mentre in quello successivo il brodo di cavolo era raccomandato per la cura delle affezione polmonari. Non pochi documenti testimoniano appunto che il cavolo veniva utilizzato per alleviare raffreddori, catarri, laringiti, ma anche per la pleurite e i reumatismi. 

Grande impulso alla diffusione venne dalla corte di Francia, ai tempi di Luigi XIV. Presso le popolazioni marinare, il cavolo e la cipolla erano l'alimento tipico degli equipaggi delle navi, nutrimento che compensava la dieta povera dei lunghi viaggi in mare.

Si dice che, grazie alle virtù del cavolo, il Capitano Cook, grande navigatore britannico, ebbe cura della salute del suo equipaggio nei 3 anni di navigazione ed esplorazione dei mari lungo tutte le latitudini. Egli faceva mangiare ai suoi uomini cavoli cotti o crudi. Anche grazia a questa pratica, tutti e 118 tornarono a casa. Il nome del cavolfiore deriva dal latino "caulis", cioè “fusto, cavolo” e "flos, floris", cioè “fiore”. 

È un ortaggio molto coltivato, in particolare in Italia, dove soprattutto al Meridione vi è una florida produzione. Il cavolfiore è ricco di fosforo, magnesio, calcio, potassio, ferro, zolfo. Possiede le vitamine A, C, K e la vitamina B9, necessaria per la produzione e il rinnovamento delle cellule. Anche cotto (ma in misura ridotta) mantiene una buona concentrazione di tutte le vitamine. 

Quando si cuoce, il cavolfiore emana un odore intenso, poco gradevole dovuto alla evaporazione della componente di zolfo. Per evitare che questo odore si diffonda nella casa, si può aggiungere, nell’acqua di cottura, della mollica di pane imbevuta di aceto.

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