mercoledì 22 marzo 2017

LA SPESA DAL MACELLAIO


In quel tempo, mangiare carne era un lusso, solo la domenica mamma metteva sul fuoco la mattina il soffritto per fare il sugo della domenica con 6-7 pezzettini di carne, lo spezzatino di vitellone. Bolliva tutta la mattina il sugo e inondava la casa e non solo di un profumo indimenticabile.

Spesso faceva anche il sugo con le polpette, erano buonissime, e per farne uscire qualcuna in più, aggiungeva alla poca carne macinata, tanto pane raffermo bagnato nell’acqua e strizzato, oppure anche delle patate lesse tritate. Aggiungeva tanto aglio, ma avevano un sapore incredibilmente buono.

Era bella la domenica, si mangiava qualcosa in più dei giorni normali, ma soprattutto si mangiava un pezzettino di carne.

Il sabato, mamma era solita andare dal macellaio del paese, era una famiglia di macellai, il papà e i suoi figli e la moglie alla cassa un registratore grande e grosso, con tanti bottoni che al termine faceva “drin” e apriva il cassetto dei soldi. Il bancone del macellaio era pieno di ogni ben di Dio, ma mamma aveva pochi soldi, come tanti di quell’epoca, per cui acquistava solo i tagli che costavano meno, e chiedeva sempre grasso e nervetti che il macellaio non le faceva pagare, ma che rendevano il sugo una leccornia.

Al bancone c’erano due o tre macellai a servire, ma lei aveva il lavorante preferito, era quello che, conoscendo bene la nostra famiglia, e soprattutto che eravamo 4 figli, non faceva il “taccagno” con il peso alla bilancia e aggiungeva dopo aver pesato la carne, una bella quantità di nervetti.

Anche quando comprava il brodo, chiedeva tanti ossi, il macellaio andava nel restro e si sentiva la sega elettrica che tagliava le ossa, spesso il bravo macellaio ci sceglieva le ossa, che avessero anche un pò di carne “ancora attaccata”. La signora alla cassa molto severa, controllava tutto per cui il macellaio sul banco doveva stare molto attento a queste elargizioni, pena la perdita del lavoro.

Mi ricordo che, tutti i macellai al bancone mancavano delle dita, ad uno addirittura tre, era un mestiere pericoloso, con coltellacci affilatissimi e la sega, bastava distrarsi un attimo e zac…il dito partiva. A me facevano un pò impressione in verità.

A volte durante la settimana, mamma mi mandava da solo al macellaio, e mi mandava ad acquistare il “misto”, era uno spezzatino di fegato, milza e polmone, costava poco e fatto in padella in bianco con tantissima cipolla a fette era squisito. Spesso mi mandava a dire le bugie, e mi diceva : “Vai dal macellaio e fatti dare un polmone intero per il gatto”. Noi avevamo avuto un gatto, ma era morto da tempo, ma un polmone intero costava 150 lire e ci mangiava tutta la famiglia, ma ci si vergognava di far sapere che a casa le persone mangiavano il polmone, voleva dire che eri un morto di fame, e quindi si diceva che era per il gatto.

Erano molte però le famiglie che acquistavano il polmone per il gatto ...

Anche il polmone si faceva in bianco in padella con tanta cipolla, ma era immangiabile, era spugnoso, e pieno d’aria senza consistenza, non sembrava nemmeno carne, ma quello c’era, e doveva bastare.

Altri tipi di carne che mamma acquistava, ma solo per i più piccoli era il “cervello”, diceva che serviva ai più piccoli per “crescere” e nessuno dei grandi doveva mangiarne. Spesso invece comprava lo “spezzatino” per fare il sugo, il macellaio lo tagliava a tocchi, ma mamma poi a casa, lo tagliava in pezzi più piccoli per farlo bastare per tutti.

La colazione della domenica era una volta fatto il soffritto, togliere la cipolla imbiondita dalla pentola prima di mettere il pomodoro, e farci il panino. Un sapore incredibile una bontà sopraffina. E poi la “scarpetta” a fine pasto nel piatto con il pane a raschiare il piatto, fantastico.

Concludo confessando solo oggi, mamma, che a tua insaputa mentre il sugo bolliva la domenica mattina, di nascosto, ho “pucciato” spesso un pezzetto di pane nel sugo, ma sono sicuro che spesso mi avevo visto, e ti allontanavi apposta per lasciarmelo fare ... vero?

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