venerdì 17 marzo 2017

MODI DI DIRE: “A CARTE QUARANTOTTO”


L’espressione rende meglio se espressa in questo modo: “mandare a carte Quarantotto”. Significa che un programma è andato male e si può riferire sia a un affare non concluso, sia a una relazione affettiva interrotta. La derivazione è incerta, ma è noto il riferimento a un anno particolare della Storia europea, il 1848, l’anno delle rivendicazioni nazionali e della pubblicazione del Manifesto del Partito Comunista di Karl Marx. È l’anno della prima Guerra d’Indipendenza italiana, dei moti rivoluzionari che portarono alla formulazione della Carta Costituzionale, avversata dalle monarchie assolute e soppressa. Il fallimento di quel progetto politico diede origine all’espressione “mandare a carte Quarantotto”. Precedentemente, vi fu un altro episodio accaduto a Napoli, nel 1799, a cui l’espressione può essere ricollegata: dopo la Restaurazione, furono condannati a morte quarantotto repubblicani, o presunti tali. Lette pubblicamente le carte di imputazione dei malcapitati, molti di loro riuscirono a fuggire all’estero, mandando a monte i propositi repressivi del nuovo regime. Costituzionali o processuali, si tratta sempre di carte.

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