mercoledì 22 marzo 2017

Ora legale / Ora solare

Consigli per affrontarla:

L’ora legale sta per tornare; lo spostamento delle lancette avverrà nella notte tra il 25 e il 26 marzo prossimi quando sarà necessario portare avanti l’orologio di 60 minuti.

Domenica perderemo un’ora di sonno che porterà a milioni di italiani disagi per l’umore e per la salute. Una sorta di jet lag con “effetti collaterali” come stanchezza, nervosismo, sonnolenza, fatica a concentrarsi e oscillazioni del tono dell’umore.

Storia

Nelle società antiche e prima della diffusione degli orologi, l'organizzazione delle civiltà agricole non si basava su bioritmi fissi come nelle moderne civiltà industrializzate. I contadini, che costituivano la grande maggioranza della popolazione, si alzavano sempre all'alba seguendone inconsciamente il progressivo anticipo in primavera o ritardo in autunno: nell'impero romano la cosiddetta ora prima era sempre quella che seguiva il sorgere del sole, indipendentemente dall'istante in cui questo evento astronomico si verificasse. Nell'età contemporanea l'espediente dell'ora legale non fa che riprodurre almeno in parte questo antico spostamento dei bioritmi umani a seconda delle stagioni.


Già nel 1784, Benjamin Franklin, l'inventore del parafulmine, pubblicò un'idea sul quotidiano francese Journal de Paris. In queste riflessioni, Franklin si poneva l'obiettivo di risparmiare sulla spesa in candele ma, per la stravaganza delle proposte (come mettere un cannone in ogni via, che spari un colpo per svegliare gli abitanti), non trovarono seguito. Sostanzialmente Franklin non propose di spostare il tempo, bensì di obbligare, esercitando varie forme di pressione (tassazione delle persiane, razionamento candele, divieto di circolazione notturna, ed una sveglia rumorosa all'alba), a forzare la popolazione ad alzarsi ad orari più mattinieri. La proposta di spingere la popolazione ad alzarsi prima modificando il riferimento orario, origina da un lavoro dell'entomologo neozelandese George Vernon Hudson. Nel 1895, egli presentò un documento alla Società Filosofica di Wellington, proponendo uno spostamento in avanti degli orologi di due ore. L'idea venne ripresa pochi anni dopo, dal costruttore britannico William Willett, e questa volta trovò terreno fertile nel quadro delle esigenze economiche provocate dalla Prima guerra mondiale: nel 1916 la Camera dei Comuni diede il via libera al British Summer Time, che implicava lo spostamento delle lancette un'ora in avanti durante l'estate. Molti paesi imitarono il Regno Unito in quanto in tempo di guerra il risparmio energetico era una priorità.

(Blu) Stati che adottano il cambio d'ora.
(Arancio) Stati che hanno utilizzato il cambio d'ora in passato.
(Rosso) Stati in cui non vi è mai stato il cambio d'ora.

L'ora legale è quella in vigore nel fuso orario al quale un paese decide di convenzionarsi. Durante il periodo estivo uno stato può aderire alla convenzione e spostare avanti di un'ora le lancette, degli orologi.

Dove l'ora legale viene usata, il termine ora solare si riferisce al periodo invernale. Per essere precisi, al cambio d'orario dovremmo semplicemente dire che l'ora legale "cambia": ad esempio, in Italia da UTC+1 (ora legale invernale) a UTC+2 (ora legale estiva) (vedi anche CET per Central European Time).

L'ora solare sarebbe tecnicamente diversa in ogni punto del globo terrestre, in quanto riferita alla posizione del sole.

Nei paesi dell'Unione europea e in Svizzera, l'ora legale inizia l'ultima domenica di marzo e termina l'ultima domenica di ottobre.

Solitamente quando l'orario coincide con quello del fuso orario di riferimento esso prende in Italia il nome di «ora solare» o «ora civile convenzionale». In alcuni paesi l'ora solare è di fatto sospesa, e si adotta l'ora legale per tutto l'anno.

Si noti che in molti paesi si utilizza una terminologia più diretta per designare l'ora legale, ovvero «orario estivo». Una denominazione più precisa perché riferita allo scopo del cambiamento d'orario e quindi slegata dal riferimento alla stagione estiva, è quella di «orario di risparmio della luce diurna» (dall'inglese: daylight saving time, DST).

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