Erano gli anni 60, papà faceva l’operaio e prendeva 37.500 lire al mese, il caffè costava 50 lire e la carne 1.200 lire al chilo. Abitavamo in una casa in affitto a circa 10.000 lire al mese. Evavamo 6 persone in casa, quattro figli, io il più grande. Come potete capire, non rimanevano molti soldi per andare avanti e arrivare al mese successivo.
La casa era semplice, due camere, cucina, e bagno e un ingresso dove dormivo io in un mobile letto che fungeva anche da piccola libreria per i libri di scuola, e una enciclopedia (Vedere e Sapere) di 14 volumi più l’Atlante, acquistata a rate mensili che ancora doveva essere finita di pagare. Papà aveva foderato tutte le copertine dei volumi, con la carta dei pacchi per non farle rovinare, e mamma li spolverava ogni giorno. Era uno dei tesori di casa, e non erano molti questi tesori.
Non avevamo il televisore, ma solo una vecchia radio di legno, enorme a valvole che prima che iniziasse a “parlare” dopo che l’avevi accesa dovevi attende qualche minuto che si “riscaldasse” diceva mamma. In camera da letto, un letto matrimoniale due comodini, un armadio con gli sportelli sgangherati, e due lettini. Nell’altra stanza un tavolo con il cristallo sopra, un mobile con specchiera e un divano letto due posti.
In cucina un tavolo 4 sedie, e due banchetti di legno per i più piccoli, un lavandino, la stufa a gas con la bombola, che immancabilmente finiva sempre di domenica, mentre bolliva l’acqua per la pasta. Una credenza mettitutto bianca, con tutti specchiettini al centro che deformavano le facce, e che facevano dei riflessi particolari che piacevano tanto a noi piccoli.
Basta, non avevamo altro, la camera da pranzo, una volta rifatto il divano letto al mattino, mamma la chiudeva ed era vietato entrare, si doveva usare, solo se arrivava un ospite importante (se non era importante lo portavi in cucina), come il dottore, il prete, il padrone di casa e pochi altri. Oppure quando al paese girava la madonninna nera (La Madonna di Loreto), e le famiglie facevano a gara per tenerla in casa tre giorni e si allestiva in sala da pranzo una sorta di cappella a disposizione del vicinato, che veniva ad ossequiare e pregare la Madonna.
Non avevamo nemmeno il frigorifero, mamma acquistava quel poco che poteva comprare giornalmente, in modo tale che la roba non andasse a male, ma anche se andava a male, si mangiava lo stesso, non si buttava nulla. Il secchio dell’immondizia era quasi sempre vuoto. Un frigorifero costava circa 60.000 lire, quasi due stipendi, era quindi un acquisto impegnativo, ma era anche uno status simbol, per cui avere un frigorifero a casa, significava avere anche i soldi per comprare la roba da metterci dentro, e quindi per la gente che veniva a casa del vicinato, significava che “te la passavi bene”, e noi non ce la passavamo bene.
Tutte le sere a cena mia madre diceva a papà che avremmo dovuto comprarne uno, fin quando un sabato mattina andarono al negozio di elettrodomestici e facendo tante cambiali ne acquistarono uno della Zoppas. Quando lo portarono a casa lo scaricarono in tre, era grande, bello color bianco, con un grande maniglione davanti cromato. Quando lo portarono a casa, la gente del vicinato si affacciò tutta dalle finestre per vedere cosa avessimo comprato, e mia madre “fiera” con le mani ai fianchi parlottava ad alta voce che era arrivato “IL FRIGORIFERO” nuovo, affinchè la gente ascoltasse bene che avevamo acquistato il frigorifero…e che quindi “ce la passavamo bene”.
Dopo che i facchini andarono via, ci sedemmo tutti in cucina ad ammirare questo grande coso per oltre un ora, poi mamma si alzò, andò al lavandino riempì 4-5 bottiglie d’acqua e un bottiglione da due litri e li mise tutti nel frigorifero. A cena quella sera bevemmo tutti l’acqua fresca, era la prima volta che vedevamo i bicchieri che facevano la brina all’esterno. Bevemmo come cammelli quella sera, io credo che ci bevemmo 7-8 litri d’acqua, eravamo felici.
Per molti mesi il frigorifero rimase quasi vuoto, c’era sempre solo tanta acqua, una bottiglia di vino per papà, qualche uovo, tanti pomodori, “gli odori” (prezzemolo, sedano,carote e basilico freschi), il latte e il pranzo per papà per il lavoro, che mamma preparava alla sera prima, ma questo lo racconterò più avanti. Per la gente fuori dalla porta di casa, ce la passavamo bene, avevamo il frigorifero, in realtà dentro la porta di casa noi tutti sapevamo che il frigorifero era perennemente vuoto, perchè non avevamo i soldi per acquistare il cibo da metterci dentro. L’unico lusso che ci permettemo fu quello di comprare le bustine di Idrolitina, per avere l’acqua gassata e FRESCA.
Che libidine ...
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