La bardana è una pianta erbacea, il cui nome scientifico è “Arctium lappa”. Il nome “Arctium” deriva dalla parola greca “árktos”, che significa “orso”. Con questo nome si identificava la pianta già ai tempi di Dioscoride, medico greco, vissuto nel I secolo d.C., e con molta probabilità, attribuitole a causa dell’aspetto peloso che ha la pianta. La bardana appartiene alla specie “lappa”, il cui nome sembra derivi dal termine celtico “llap”, che significa “mano”, e che proviene da un’altra caratteristica della pianta, infatti, i fiori si attaccano a qualunque cosa li sfiori, come una mano che si aggrappa a ciò che le passa accanto. Plinio il Vecchio sosteneva invece che il nome “lappa” derivasse dal verbo greco “lambánō”, che significa “afferro” o “mi aggrappo”. In numerosi documenti storici è attestato che si faceva uso della bardana sin dall’antichità.
Fu coltivata per molti secoli, sia come ortaggio, a scopo alimentare; sia come pianta medicinale, quale rimedio in caso di infezioni gravi dell’epidermide. Si racconta che Enrico III di Castiglia (1379-1406) sia riuscito a guarire da una malattia infettiva della pelle, utilizzando proprio gli estratti di bardana. Come già detto circa l’origine del nome, la caratteristica dei fiori e dei frutti della bardana è quella di attaccarsi ai vestiti o al pelo degli animali e, una volta attaccati, è molto difficile toglierli: fu proprio osservando questo fenomeno che l’uomo ha inventato il sistema di chiusura, il velcro, usato per zaini, scarpe, vestiti ecc…
Nel linguaggio dei fiori, la bardana simboleggia la riservatezza e la ritrosia, due caratteristiche che rispecchiano la pianta, la quale ha una naturale tendenza ad allontanare ogni contatto, per far sì che i suoi frutti non rimangano appiccicati.
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