sabato 18 febbraio 2017

NONNA MODERNA di Dana Carmignani


Dana, ho ricevuto il tuo libro! che bello!!! grazie della dedica....ma soprattutto: LO SAI CHE E' UN LIBRO SPECIALE? MODERNO????? Inizia con le parole "questi racconti son nati con facebook"....ma ti rendi conto???? è un esempio speciale di modernità....che si fonde con la storia!!!!! Va diffuso!!!!!!!!!! si può scrivere anche con .....facebook!!!!!!!!!!!!!

Anche ad usare la modernità , cercando di non esserne usati, l'ho imparato da lei, da nonna Giulia.

Lei non era resistente al nuovo.. era attenta e prendeva dal nuovo quello che le pareva usandolo appunto e non correndogli dietro.

E' ovvio che le prime polveri per lavare furon comprate subito per smettere di fare quel bucato con la cenere che impiegava una giornata e impegnava non una, ma due donne.. all'epoca poche scatole erano, e si compravano alla bottega dove si comprava tutto..."Omo” e “Tide” questi i nomi, e a me piaceva il secondo, perchè dentro ci si trovava un gingillino, una sorpresa, ma lei me lo comprava malvolentieri perchè ligia ai suoi ragionamenti mi diceva.. “Se ti devono regalà quarcosa peffattelo comprà allò vor diì che un'è bono a nulla..” poi però a volte giusto per farmi contenta , lo prendeva .. lei sarebbe rimasta ferma sulle sue decisioni.. e certamente accettò la stufa a legna.. uno stufino che ancora conservo in capanna, che fu il nostro primo sostentamento al di fuori del fuoco.. e poi le garbò anche l'acqua in casa, appena misero l'acquedotto, anche se era parsimoniosa e si continuava a tirarla ancora con la brocca dal pozzo, e poi il televisore quando mio padre lo comprò non le dispiacque.. le garbavano i varietà del sabato e le commedie, e anche i film che restava a vedere con me fino a tardi.. e a proposito nulla da invidiare avrebbe avuto a quegli psicologi di adesso che consigliano una visione pilotata per i bambini.. una sera, mi ricordo eravamo prese tutt'e due da un film dell'orrore, ma di quelli terribili, solo che proprio ci s'era concentrate e si stava lì con l'occhi sgranati e i capelli ritti per la paura, ma non si riusciva a staccassi dalle immagini.. ad un certo punto vidi un'ombra, perchè tanto fu veloce lei a rizzassi dalla poltrona, e come un fulmine fiondarsi sul televisore spegnendolo.. “ Obbadiamo un po'- disse – se si pole stà qui a sta' male per questi imbecilli..- vialletto! - continuò col dito puntato indicandomi la porta- avanti ammè!”.. Io che di solito ero ricalcitrante mi avviai zitta zitta contenta di quella decisione.

Non sbagliava mai. Andava bene il trattore che tanta fatica aveva levato agli uomini e pure alle donne.. e le saponette profumate .. il borotalco..lo shampoo.. mai si era fatto uso dello shampo, solo il sapone di marsiglia c'era per tutte le abluzioni, compreso i capelli.

Quindi le novità le piacevano e le viveva volentieri.. il ferro da stiro elettrico, i lenzuoli fini fini, leggeri e morbidi che comprò da quelle donnette che giravano per le aie delle case con i primi camioncini a vender biancheria.. e gli asciugamani di spugna, prima solo quelli bianchi di cotone, ma non si lasciava mai condizionare dalla modernità, la dominava invece, in un modo che senza volerlo forse ha insegnato anche a me.

Più tardi, quando crebbi, il motorino al posto della bicicletta accettò per me, e ben venga anche un mangiadischi , col quale, ebbene si, andavo a far l'erba ai conigli, portandomelo dietro come facevo col corbello; e in mezzo al campo mentre smanettavo con la falce, smanettavo coi dischi inserendoli dentro e facendo espandere il suono per tutta la campagna.

La modernità col vecchio si può.. se potevo mettere insieme erba ai conigli e canzoni, allora si può usare facebook per creare .. vecchio e nuovo sempre.

“ La tu' nonna – mi dice la figliola del vechio Averardo- era moderna, era diversa, io mi ci confidavo meglio della mi' mamma, perchè lei capiva..”
Ecco forse basta capire e cercare il buono in tutto.

Quando morì suo figlio, mio padre, e ci trasferimmo a Milano era già vecchia, eppure accettò il cambiamento, certo non c'erano molte soluzioni, ma poteva subirlo, invece lei lo rigirò a suo favore.. aveva intorno tutta la famiglia, fu a Milano che festeggiò i primi compleanni della sua vita.. i clienti si intrattenevano con lei, con quella donnina sempre presente al tavolo del ristorante con la sua pezzolina in capo, che contemporaneamente controllava intanto che mangiava, anche gli avventori, e alla fine diceva lei ai miei quanti clienti avevano avuto quel giorno.. l'estate ritornava in Toscana con qualcuno a sua disposizione, ma era comunque buffissima perchè anche durante gli altri mesi non perdeva occasione di partire. 

Io andavo spesso e con mio marito me la portavo sempre dietro, e per capire quanto fosse pronta a tutto ed ironica, basta dire che una volta che noi si andava per pochi giorni e che qualcuno provò a dirle, “ O nonna ma lascia stà .. e son du' giorni è più lo strapazzo..” lei che aveva già novant'anni rispose.. “ Strapazzo.?. e monto qui .. e scendo lì un vo' mia appiedi!”

Per cui non siamo appiedi, montiamo su questi mezzi speciali e usiamoli per allungare le nostre mani come fossero tentacoli benefici però, che conducano emozioni e contemporaneamente le riconducano a noi.

Nella foto, Giulia, con mio padre e mia zia (i figli) in una foto del 1914

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