Un girasole un po' superbo è il protagonista di questa bella favola di Maria Cerbelli...
Era piena estate e, sul morbido pendio di una collina, era spuntata una distesa di girasoli. Ogni mattina, al sorgere del sole, sollevavano le loro teste e trascorrevano il giorno a ruotare attorno a lui. Il giallo splendente delle loro corolle illuminava l’intera vallata e tutti coloro che passavano da lì si incantavano a osservarli.
Tra di essi ce n’era uno molto speciale. Il suo stelo era alto e robusto e i suoi petali vellutati emettevano un luccichio che ricordava la luce tenue dell’alba. Non a caso gli era stato dato il nome di Little Sun. I passanti rimanevano a fissarlo per ore e tutti, puntualmente, esclamavano: “Che magnifico girasole!” Tanta era la lucentezza della sua corolla che molti osavano paragonarlo al sole. Little Sun si sentiva dire così spesso di essere bello come il sole che, giorno dopo giorno, si convinse di essere davvero uguale a lui.
Così, una mattina si domandò con una certa stizza: “Perché mai io, che sono più bello del sole, devo trascorrere le mie giornate a venerarlo?” Poi, come se pensasse ad alta voce, aggiunse: “Se prendessi il suo posto, tutto il mondo, e non solo i vagabondi che passano da questo campo sconosciuto, potrebbe ammirare il mio splendore… Ho deciso! Mi staccherò da terra e mi dirigerò verso la linea dell’orizzonte. Poi, quando avrò raggiunto il punto in cui il sole si adagia per tramontare, lo spingerò via e prenderò il suo posto”.
Con uno sforzo smisurato staccò le sue radici da terra e poi, libero di camminare, abbandonò gli altri girasoli e si avviò barcollando verso l’orizzonte.
Passarono i giorni e le settimane, ma, nonostante il tempo trascorso a vagare su strade polverose, Little Sun non riusciva a raggiungere il sole. Ben presto cominciò ad avvertire una sete insistente e la sua gola divenne così secca che poteva a stento parlare. Il suo stelo e le sue foglie si afflosciarono e i suoi petali, ormai appassiti, persero il luccichio di un tempo. Nessuno più, nell’incontrarlo, diceva che fosse bello come il sole. Assetato ed esausto, capì di aver commesso un grave errore a credere di potersi sostituire al sole.
Un giorno, sul far della sera, Little Sun intravide davanti a sé una linea sfocata e ondeggiante: era la linea dell’orizzonte, dove proprio allora stava per posarsi il sole. La gigantesca palla di fuoco, nel vedere il girasole così malconcio, gli chiese come mai vagabondasse su terreni aridi anziché tenere le radici ben salde al suolo. Il fiore, con voce stanca ed esitante, gli rivelò quello che un tempo era stato il suo insensato progetto. Alle sue parole il sole si sciolse in una sonora risata ed esclamò: “E così volevi cacciarmi via! Birbante!”
Little Sun si rilassò quando sentì la risata del sole, ma non riuscì a trattenere un pianto disperato. “Ho peccato di superbia!” – disse singhiozzando – “e mi sono condannato a morire!” E intanto provava ad asciugarsi le lacrime con le foglie rinsecchite.
Il sole si intenerì e intervenne per calmarlo: “E’ vero” – gli disse – “sei stato superbo. Ma ora sei pentito e io ho deciso di perdonare la tua impertinenza”. E gli puntò contro un raggio di fuoco a forma di freccia che lo colpì in pieno. Che scena straordinaria si vide dopo! I suoi petali iniziarono a sprigionare raggi di luce abbaglianti, il suo stelo divenne di cristallo e cominciò a roteare su se stesso come una trottola fino a volatilizzarsi. Subito dopo, come per incanto, nell’aria si intravide brillare qualcosa: era un diamante aguzzo e luminoso! Lentamente si sollevò nell’aria e, salendo salendo, andò a posarsi nel cielo: Little Sun era diventato una stella!
Da quel giorno, ad ogni tramonto, Little Sun appare sulla linea dell’orizzonte come un minuscolo punto di luce. E, quando il sole si adagia, lo saluta e gli augura con riconoscenza la buonanotte.
Nessun commento:
Posta un commento