lunedì 13 febbraio 2017

La quercia e il pesco

"La Natura è giusta con tutti, disponendo in ugual misura pregi e difetti"... 
è la morale di questa bella favola antica.
Una superba, robusta e forzuta quercia, che si distingueva da molte miglia di distanza per la sua imponente mole, guardava altezzosa dall’alto in basso tutti gli alberi che erano attorno.

La sorte aveva voluto che poco distante dalla quercia millenaria fosse un piccolo pesco. Aveva un esile fusto e si curvava quasi fino a terra sotto il carico dei suoi frutti.

Era meraviglioso ammirare quel tenero arbusto piegarsi al suolo sotto il peso di tanta ricchezza, che veniva a premiare il lavoro dell’agricoltore e la fertilità della terra. Ma l’orgogliosa quercia derideva il piccolo pesco:

- Sei un povero gobbino! Hai bisogno perfino del bastone per reggere le pesche che porti. Per me invece non conta neppure il peso dei secoli; è un peso più lieve di quello delle cicale che cantano tra le mie fronde.


Il pesco zittiva umilmente e quasi non ardiva guardare la superba.

Intanto arrivò grugnendo un maiale, che si mise a mangiare le ghiande cadute dall’albero e sparse a terra.

Ecco come la Natura è giusta con tutti: Essa non ha dato al pesco la forza della poderosa quercia, ma in compenso gli ha dato la bontà dei frutti.

Per la quercia, invece cui ha riservato l’orgoglioso vanto di incoronare gli eroi, ha predisposto che le sue ghiande siano destinate ai maiali.

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