"Spesso, in situazioni di difficoltà, l'aiuto ci viene da amici che parevano sospetti, mentre altri in cui avevamo piena fiducia ci tradiscono"... è la morale di questa favola di Esopo.
Spinto dalla sete, un cervo si avvicinò ad un fiume per bere; bevve, poi rimase ad osservare la sua immagine riflessa nell’acqua. Prese a rallegrarsi delle sue corna, così grandi e ramose, ma delle gambe non era soddisfatto, perché gli parevano scarne e fragili.
Mentre ancora stava riflettendo, ecco un leone che si mette ad inseguirlo. Il cervo si dà alla fuga e riesce per un bel pezzo a tenerlo a distanza, perché la forza dei cervi risiede nelle gambe, come quella dei leoni nel cuore.
Finché il piano gli si stese dinanzi spoglio di alberi, egli trovò dunque scampo ma quando giunse in una zona boscosa, accadde che gli si impigliarono le corna nei rami, non poté più correre e fu preso.
Allora, mentre stava per morire, disse a se stesso:
-”Me disgraziato! Quelle zampe che credevo esili e brutte mi hanno salvato, e mi tocca invece morire proprio per colpa di quello in cui riponevo tutta la mia fiducia!”
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