domenica 15 gennaio 2017

DELITTO IN BIANCO E NERO di Adriana Alarco de Zadra

Illustrazione di Adriana Alarco


Descrivendo il delitto perfetto nel mio diario, dopo poche righe sulla scena e sugli ambienti, ho presentato i personaggi. Conobbi il mio compagno nel secondo paragrafo. Era un uomo meraviglioso come un attore del cinema, alto, bello, dagli occhi celesti e con il sorriso sulle labbra. Seguì mezza pagina sulla nostra storia d’amore, la vita in comune e la mia vita tra le nuvole. Viviamo felicemente in un intero alfabeto di lettere e giardini, il che non si può descrivere con poche parole. Una macchia cancellò una parte della nostra felicità. Poi ho cominciato il paragrafo seguente.

La storia d’amore era stata perfetta, fino a quando capii che non ero l’unica ad aver conquistato il suo cuore. Tra parentesi aveva nascosto una delle sue amanti: "Garofano" con virgolette, punto e virgola, che arrivò fino a metà della pagina, dopo che passarono inosservati altri Nomi e Aggettivi femminili precedenti al nostro e meno importanti del nostro amore, evidenziati solo perché hanno fatto volume nell’ordinatore del mio computer. Affrontai il mio amato con tutta l'ansia, la tristezza e la delusione che potrebbe sentire, se lo si strappa, un foglio bianco di carta. Non posso sopportare la grande insolenza del personaggio da me inventato, che cerca di scusarsi con una miserabile parola: "Tesoro". Partì un colpo di pistola nel secondo paragrafo.

Avevo deciso di cancellare il tutto. Non uscì del sangue. Neanche venne fuori inchiostro nero né blu né rosso. Capii che dovevo soltanto appoggiare un dito sul tasto “eliminare” per spegnere la finestra del computer. Tutto divenne bianco, ancora. E quel “Tesoro” è sepolto nella memoria dell'ordinatore.

Addio, caro Diario, ti saluto fino al prossimo racconto.


(Traduzione dallo spagnolo di Paolo Secondini)

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