Un cane e un gatto provano a superare i vecchi rancori, stipulando un "patto"...
Come andrà a finire? Scopritelo leggendo questa bella favola...
Fuffi era un gatto, Bobby un cane. Erano nati nella stessa masseria, vi erano cresciuti e ora, fatti adulti, vi avevano residenza e domicilio. Ma, nonostante la vita vissuta nello stesso luogo e tra la stessa gente, ogni volta che le due bestie s’incontravano erano occhiate di odio e minacce di zuffe.
Finalmente, riflettendo su quest’odio di razza, capirono che tra loro non esistevano motivi personali di rancore e che questa inimicizia l’avevano proprio ereditata dagli antenati.
Cominciarono a ragionare sull’inutilità di litigare, dal momento che non conoscevano le origini della loro inimicizia. Perciò decisero di vivere in pieno accordo e di sancire l’amicizia con un patto: l’indomani sarebbero andati a caccia insieme e gli uccelli predati sarebbero stati di Bobby, i topi di Fuffi.
Quando l’indomani, di buon’ora, si misero in cammino giurarono di rispettare il loro patto di amicizia. cacciarono a lungo ma senza fare una preda: non un topo cadde sotto le grinfie del gatto, nè un uccello in bocca al cane…
Erano stanchi e vollero riposarsi in un vecchio fienile. Quando ecco che appeso ad una trave, tutta intessuta di ragnatele, videro pendere un sorcio non comune, che sembrava un pellegrino del medioevo, chiuso in un mantello di pelle.
Svelto, Fuffi salì sulla trave e con un’abile grinfiata lo fece cadere a terra, dove Bobby fu pronto a ghermirlo fra le zampe.
- Fratello cane, rispettiamo i patti! – gridò il gatto. – E’ un topo, spetta a me.
- Sbagli, perché ha le ali; dunque è un uccello e spetta a me – rispose il cane.
Erano lì lì per azzuffarsi; Bobby ringhiava furiosamente, Fuffy mostrava gli artigli… Ecco un gufo affacciarsi da un buco del solaio: il poverino era stato disturbato nel sonno.
I due litiganti si rivolsero a lui perché facesse da arbitro nella loro disputa.
- Volentieri – rispose il gufo. E scese giù dal suo buco con un rapido volo.
- Signor gatto, quest’animale non è un topo, perché dacché mondo è mondo non si son visti topi con ali. E tu, cane, convinciti che non è un uccello… è un pipistrello! Siccome ci troviamo davanti a un animale né topo né uccello, convengo che nessuno di voi ha diritto a prenderselo: me lo prendo io per l’opera prestata in qualità di giudice.
A Fuffi e Bobby non restò che veder volar via il gufo-giudice con la preda. Convennero che tutte le liti dovevano essere risolte in famiglia, magari con morsi e graffi, senza ricorrere a giudici.
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